Re-inquadrare. Funzione intellettuale, cornice e istigazione (in una società di like e influencer) (Seconda parte) Sulla funzione intellettuale critico-provocativa e sulla solida persistenza della cornice acquisita La funzione intellettuale critico-provocativa, va detto, è fisiologicamente esposta all’insuccesso. Questo tende a condizionare la figura dell’intellettuale che la interpreta, portandolo a interrogarsi su quale senso possa mai avere lasciarsi scivolare nella corrente dei “predicatori nel deserto”. La “cornice”, che la funzione intellettuale intende “provocare” mettendola in discussione, trae la sua tendenza a persistere da una solidità che non deriva da fattori banali[1]. Questo argomento merita un minimo di approfondimento. Filosofi, psicologi, antropologi e sociologi hanno cercato, da tempo immemore, di spiegare le profonde, buone o comprensibili ragioni del perché gli esseri umani e le società siano inclini ad adagiarsi in schemi di pensiero e pratiche di vita accomodanti e dati-per-scontati, evitando di spezzarli almeno fino a quando tali schemi e pratiche non…
Continua a leggere Re-inquadrare. Funzione intellettuale, cornice e istigazione (in una società di like e influencer) (Seconda parte)Tag: intellettuali
Re-inquadrare. Funzione intellettuale, cornice e istigazione (in una società di like e influencer) (Prima parte)
Re-inquadrare. Funzione intellettuale, cornice e istigazione (in una società di like e influencer) (Prima parte) (IN SALA IL BRUSIO E’ ANDATO CRESCENDO…) Mmm… Siate comprensivi, per favore, un po’ di silenzio. Diamo subito la parola a George Orwell. Grazie. GEORGE ORWELL PRENDE LA PAROLA… (SIAMO NEL 1948 – No, ma se volete divertitevi pure a invertire gli ultimi due numeri o a immaginare di essere nel 2023). Gentili signore e gentili signori… Voglio solo sottolineare che il tipo di Stato che ci governa dipende necessariamente, almeno in parte, dall’atmosfera intellettuale dominante… Sono interessato all’effetto che le idee politiche e la necessità di schierarsi politicamente producono sulle persone di buona volontà. Questa è un’età politica… L’autentica reazione a un libro, ammesso che ci sia una reazione, di solito è “questo libro mi piace” oppure “non mi piace”… “questo libro sta dalla mia parte, quindi devo trovarci dei pregi”. Naturalmente,…
Continua a leggere Re-inquadrare. Funzione intellettuale, cornice e istigazione (in una società di like e influencer) (Prima parte)Il velo sull’Unione europea e il governo Conte 2
(Pubblicato su questo sito il 3 agosto 2020 – Uscito, in versione leggermente diversa, su “Alto Adige” il 3 agosto 2020; e, con altro titolo, su “l’Adige” del 4 agosto 2020) – Dopo il Consiglio Ue: un velo quieto e soddisfatto dopo la tempesta. O prima della tempesta? Il 22 luglio il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha riferito in Parlamento sugli esiti del Consiglio europeo del 17-22 luglio. L’intervento ha condensato e istituzionalizzato i giudizi circolati in tutta Europa, a bocca tanto di capi di governo e di autorità Ue, giudizi a cui i grandi organi di informazione/opinione avevano già preparato un terreno ben concimato, pur con differenze nei toni e nei contenuti dell’euroentusiasmo che nei vari contesti nazionali ha benedetto l’accordo di Bruxelles. Conte ha parlato di «decisioni di portata storica», di «passaggio fondamentale» per l’Europa mostratasi «all’altezza della sua storia, della sua missione, del suo destino»; di…
Continua a leggere Il velo sull’Unione europea e il governo Conte 2Il fantasma di Rousseau e la blogdemocrazia
(Pubblicato su questo sito il 9 luglio 2020 – uscito con altro titolo e in versione ridotta su L’Adige del 17 luglio 2020 e su Alto Adige del 20 luglio 2020) – I Era il 1750 quando col suo “Discours sur les sciences et les arts” Jean-Jacques Rousseau vince il concorso bandito dall’Accademia di Digione sul tema: “Se il progresso delle arti e delle scienze ha corrotto o purificato i costumi”, se cioè avesse o no reso gli uomini migliori e più felici. All’epoca non era quel prestigioso filosofo che nei secoli l’han portato a noi, tra appassionate acclamazioni, ferme contestazioni e meticolose letture critiche. E non era il Rousseau che, insinuatosi nella testa dei suoi maggiorenti e militanti, ha indotto il M5S a chiamare “Rousseau” la piattaforma social che funge da Bibbia, agorà e organo di propaganda politica di un movimento nato come di protesta, sviluppatosi come forza politica…
Continua a leggere Il fantasma di Rousseau e la blogdemocraziaLa modernità e la comunità
(Uscito su “Trentino”, 20 marzo 2016; “Alto Adige”, 21 marzo 2016 – Pubblicato su questo sito l’11 giugno 2020) – Di tanto in tanto, l’opinione pubblica è sollecitata a riflettere sui limiti di coesione sociale della nostra società, sul decadimento dell’idea di “bene comune” e dell’impegno a suo favore. Ci si interroga sull’individualismo che permea le società occidentali. Si levano voci che lamentano un ripiegamento individualistico su noi stessi individualisticamente, che denunciano lo sfaldamento del tessuto connettivo delle nostre società dove regna l’individualismo. C’è qualcosa di psicologico, forse di antropologico, in questo individualismo che dà le coordinate di significato alla nostra vita privata e pubblica. Ma dietro il modo in cui viviamo, dietro le scelte collettive e la maniera con cui ci governiamo c’è anche una questione di cultura politica, o ideologica. A ciò è utile risalire per comprendere il nostro mondo, per meditare su cosa seminiamo e cosa raccogliamo.…
Continua a leggere La modernità e la comunitàLa crisi, il governo Conte e due passi con Aristotele
(Uscito, in versioni leggermente diverse e con altri titoli, su “Alto Adige”, 30 maggio 2020; “L’Adige”, 4 giugno 2020 – Pubblicato su questo sito il 30 maggio 2020) – In un’ampia intervista apparsa qualche giorno fa su un quotidiano nazionale, il premier Conte ha affrontato i temi dell’Italia del dopo lock-down. Con orgoglio, ribadisce che la salute pubblica è «valore supremo» della nostra società. Ma si sofferma soprattutto sulla necessità di fare «whatever it takes» per evitare che il Paese collassi nella crisi economica annunciata da numeri e previsioni preoccupanti. Si tratta di numeri e stime discutibili per molte buone ragioni, ma che comunque allarmano. Riguardano Pil, debito pubblico, disoccupazione, condizioni per i finanziamenti europei. Il premier rilancia misure per l’economia già annunciate e più volte ripetute ai tempi del Conte 1, quello del “contratto” politico tra M5S guidato da Di Maio e Lega di Salvini, nato all’indomani del voto…
Continua a leggere La crisi, il governo Conte e due passi con AristoteleDemocrazia, rompicapo senza fine. A margine del conflitto ispano-catalano, silenziato e rimosso
(Uscito, con altro titolo e in versione leggermente diversa, su “Alto Adige” e “Trentino”, 8 novembre 2017 – Pubblicato su questo sito il 4 maggio 2020) – Novembre 2017. Da Bruxelles, dove da alcuni giorni si è rifugiato, Carles Puigdemont, presidente della Catalogna destituito dallo Stato spagnolo, si è dichiarato di fatto perseguitato politico, rigettando l’accusa per reati costituzionali o del codice penale spagnoli. A suo modo, in maniera indiretta e ancora contraddittoria, alla fine, Puigdemont è arrivato al cuore della crisi ispanico-catalana. Intervistato da una televisione belga lo scorso 3 novembre, ha dichiarato: «Siamo incriminati per aver adempito al mandato per il quale siamo stati legittimamente e legalmente eletti». Ossia, le autorità catalane intendono realizzare quanto proclamato nella campagna elettorale da cui sono usciti vincitori i partiti indipendentisti e mantenere le promesse fatte da partiti costituzionalmente riconosciuti, legali e legittimi, agli elettori e dagli elettori premiati alle urne, ossia:…
Continua a leggere Democrazia, rompicapo senza fine. A margine del conflitto ispano-catalano, silenziato e rimossoDemocrazia, Stato e indipendentismo. Diritto e potere nel conflitto ispano-catalano oggi
Uscito, in versione diversa e con altro titolo, su “l’Adige” del 12 novembre 2019 e l’”Alto Adige” del 14 novembre – Pubblicato su questo sito il 3 novembre 2019, aggiornato il 13 novembre 2019 – 2019, novembre. La Spagna ha votato. Per la quarta volta in quattro anni: neanche l’Italia della Prima Repubblica era arrivata a tanto. Formare una maggioranza di governo resta un rompicapo, insolubile con lo schema centro-destra v. centro-sinistra. Sui risultati ha pesato la questione catalana, che divide e disorienta la Spagna intera: il Partito Socialista, prima forza ma in calo, a parole, sostiene il dialogo con gli indipendentisti, adombra soluzioni federaliste; Podemos, che perde seggi, non è contrario a un referendum sull’autodeterminazione della Catalogna; il Partito Popolare, in forte rimonta, minaccia la sospensione dell’autonomia catalana; l’estrema destra di Vox, che clamorosamente raddoppia e più i suoi seggi, punta a smantellare ogni autonomia regionale, a mettere fuori…
Continua a leggere Democrazia, Stato e indipendentismo. Diritto e potere nel conflitto ispano-catalano oggiRipensare la democrazia. Con un occhio ad Aldo Capitini
Uscito, in versione ridotta e con altro titolo, su “l’Adige” del 20 ottobre 2019 e “Alto Adige” del 21 ottobre 2019 – Pubblicato su questo sito il 18 ottobre 2019 – Le democrazie, ancora una volta nella loro storia, mostrano i segni dei loro limiti. Il tema della democrazia e delle sue promesse non mantenute, sollevato oltre 30 anni fa da Norberto Bobbio, andrebbe seriamente rispolverato, per mettere in ordine le idee e gli ideali sulla democrazia, sul destino all’incompiutezza intrinseca del sogno democratico, sul fatto che il funzionamento delle “democrazie reali” frustra le aspettative popolari, ma anche di parte dell’opinione di élite, sullo scollamento tra i proclami e i comportamenti effettivi delle istituzioni democratiche, del ceto politico e delle classi dirigenti (a livello nazionale, europeo, internazionale). Emblematica è l’incapacità a gestire le crisi contemporanee: quelle economico-sociali, finanziarie e di indebitamento degli Stati, quelle delle diseguaglianze intra-nazionali e inter-nazionali e…
Continua a leggere Ripensare la democrazia. Con un occhio ad Aldo CapitiniFrammenti di un discorso politico-culturale. Il 68 nel 2018, tra democrazia di qualità e politica anti-sistema
(Uscito su “Società Mutamento Politica. Rivista Italiana di Sociologia”, vol. 9, n. 18, 2018 – Pubblicato su questo sito il 25 agosto 2019) – Il 1968 è una data simbolica che si riferisce a uno specifico anno ma anche, e soprattutto, ad un intero periodo storico. I caratteri identitari di questa stagione storica cambiano a seconda degli aspetti o dei contesti nazionali, politici e culturali che decidiamo di ricostruire o di ricordare. La fenomenologia del “lungo 68” si disloca su una sorprendente molteplicità di livelli: generazionale e valoriale, della mentalità e dei costumi, dell’economia, della politica e dell’ideologia. Ma dell’ultimo mezzo secolo osserviamo anche cambiamenti nella cultura politica che ha “processato” la «memoria pubblica del 68». La storiografia, la scienza politica e la sociologia non sono riuscite ad offrire letture stabili del 68. Perché? Per cercare di rispondere, in questo saggio riteniamo necessario storicizzare e periodizzare, occupandoci in particolare del…
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