Democrazia, parola fatata. In festa tra Presa della Bastiglia e Crollo del Muro. Polittico, con stella e convitato di pietra «Non pensate quello che io so che state pensando… Io lo so che state pensando… Se vi ho adunato qua, c’è una ragione.. Eh… la democrazia… La democrazia… Questa parola, questa parola fatata… Questa parola di luce… questa parola alluminta… Questo lampadario di parola Che il mondo dice… Uomini con tanto di barba che parlano di questa democrazia… Cos’è? Eh… Cos’è questa democrazia? Questa democrazia, dice… No… non è vero… Sì… dice… Eh, io capisco… voi adesso dite, adesso tu perché sei… e noi siamo… sai Eh no, cari amici» (Peppino de Filippo, I casi sono due. Scena: “La democrazia”. Autore: Armando Curcio. Portata in teatro da Peppino de Filippo dal 1945. Edizione televisiva del 1959) PANNELLO I Il 1989 e il “crollo” del Muro di Berlino sono simboli…
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L’afonia di un disagio politico-esistenziale. Le società occidentali e la marginalità dell’intelligenza critica
L’afonia di un disagio politico-esistenziale. Le società occidentali e la marginalità dell’intelligenza critica Le società occidentali contemporanee racchiudono un disagio spesso afono. Un disagio che nasce dalla storia (anche solo quella recente) e da spinosi problemi irrisolti da una società a dominanza neoliberale che reagisce rimuovendoli, equivocandoli o (più o meno dolcemente) reprimendoli. Un’afonia figlia della marginalità sociale, politica e culturale dell’intelligenza critica. Di questo trattano le riflessioni che qui consegno al lettore. Da dove veniamo? Su quale strada camminano le società occidentali? Quale cultura politica prevale nelle nostre liberaldemocrazie sotto tensione? A partire dagli anni ’70 dello scorso secolo, la cultura politica dominante tra le élites e, progressivamente, anche a livello di massa si è inchinata al modello di vita ispirato dal neoliberalismo. A ritmo incalzante, il neoliberalismo ha impresso il suo marchio al modo di concepire l’economia e la vita politica, il diritto e la cultura, le…
Continua a leggere L’afonia di un disagio politico-esistenziale. Le società occidentali e la marginalità dell’intelligenza criticaSulla comunità nell’epoca liberal-democratica (Quarta e ultima parte)
Sulla comunità nell’epoca liberal-democratica. Elementi di teoria politica comunitaria (TERZA E ULTIMA PARTE) – QUARTA E ULTIMA PARTE Modernità e democrazia. Lanternini, lanternoni e caverne. Una conclusione Premessa Storicamente, la tradizione politica liberale, da quando si è affermata, è sempre stata in tensione con quella democratica, pure quando le due tradizioni si sono incontrate e sposate, generando le società e i regimi politici degli ultimi due-tre secoli che, sebbene molto mutati continuiamo a chiamare con un singolo e medesimo nome: democrazia[1]. Le ragioni di tale tensione sono state molteplici e differenti, ma una cruciale, e forse mai seriamente analizzata, attiene al tema della comunità di cui qui mi sto occupando. Del resto il pensiero politico liberale ha abbracciato quello democratico nello stesso momento in cui, in nome della modernità politica ha negato salienza e dignità democratica alla dimensione comunitaria del vivere individuale, collettivo e pubblico, affossando così il “senso…
Continua a leggere Sulla comunità nell’epoca liberal-democratica (Quarta e ultima parte)Sulla comunità nell’epoca liberal-democratica (Terza parte)
Sulla Comunità nell’epoca liberal-democratica. Elementi di teoria politica comunitaria (TERZA PARTE) – TERZA PARTE: La ‘neutralità impossibile’ dello Stato costituzionale Perché occuparsi della comunità nell’epoca liberal-democratica? Secondo la filosofia politica liberale le società libere e pluralistiche del nostro tempo sono tali in quanto perseguono e realizzano un obiettivo fondamentale: dare forma a uno spazio politico-giuridico nell’ambito del quale ciascun individuo (o gruppo di individui) vede riconosciuta e rispettata la propria “concezione del bene”, senza che lo Stato e le istituzioni pubbliche in genere pongano impedimenti all’una o all’altra concezione o ne favoriscano alcuna. È, questa, l’idea che definisce il “principio di neutralità” delle istituzioni pubbliche in uno Stato di diritto costituzionale, in una democrazia pluralistica, procedurale, laica, secolarizzata e “società aperta”. Questa pretesa liberale della “neutralità” dello Stato di diritto democratico: 1) esclude l’esistenza di una concezione etico-politica preferibile rispetto ad altre e che sia condivisa; 2) affida la regolazione…
Continua a leggere Sulla comunità nell’epoca liberal-democratica (Terza parte)C’è vita oltre la legalità? Senso civico, senso critico, disobbedienza nella “democrazia rigida”
C’è vita oltre la legalità? Senso civico, senso critico, disobbedienza nella “democrazia rigida” Introduzione Secondo la teoria della scelta pubblica[1] gli uomini politici tendono a usare strategie manipolatorie nei confronti dei cittadini-elettori: li corrompono durante le campagne elettorali facendo le promesse più seducenti[2]; è prassi consueta che nel loro lavoro i politici siano generosi nell’appoggiare gli uni gli intrighi degli altri, con la conseguenza di favorire interessi particolari a danno dei cittadini che non giocano a questo tavolo. Un messaggio importante della teoria della scelta pubblica dice, sostanzialmente, che politici, burocrati e lobbisti vari si comportano in maniere opportunistica e/o particolaristico-utilitaristica, perseguendo i propri interessi e quelli dei gruppi di coloro con cui fanno “i loro affari”. Si tratta di un’immagine talmente cinica della politica, che invero non caratterizza nemmeno il pensiero del realista Machiavelli, bensì quello del machiavellismo dominante, di maniera e spicciolo a cui si rifanno coloro…
Continua a leggere C’è vita oltre la legalità? Senso civico, senso critico, disobbedienza nella “democrazia rigida”Lucidità e tremore di Benedetto XVI, l’Inattuale. Eredità del “Papa della scelta”, che ha detto cose che andavano dette
Lucidità e tremore di Benedetto XVI, l’Inattuale. Eredità del “Papa della scelta”, che ha detto cose che andavano dette Ci sono molti che si dolgono della divina provvidenza perché lasciò peccare Adamo – sciocchi! Quando Dio gli diede la ragione, gli diede la libertà di scegliere, perché ragione non è altro che scelta, se no sarebbe stato solo un automa, un Adamo come appare nei teatri delle marionette (John Milton, Areopagitica, 1644) Ratzinger, il Papa della “scelta” e le sfide dell’iper o post modernità La storia ricorderà Benedetto XVI come il Papa della clamorosa e inedita “rinuncia” di un pontefice al magistero pietrino e come il primo “Papa emerito” (forse destinato a restare unico). Il suo dell’11 febbraio del 2013 fu un gesto epocale: “inaudito”, senza precedenti. In un sol colpo, a saperlo leggere, quel gesto ha secolarizzato in profondità la Chiesa di Roma, forse più di ogni…
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Sulla Comunità nell’epoca liberal-democratica. Elementi di teoria politica comunitaria (SECONDA PARTE) — SECONDA PARTE: LA COMUNITÀ NEL PENSIERO POLITICO. UN ABBOZZO STORICO-INTELLETTUALE I. Nel linguaggio accademico contemporaneo, e nella cultura politica che vi si alimenta, il termine di comunitarismo designa un movimento di idee e un filone di teoria politica che si è affermato negli Stati Uniti, a partire dall’inizio degli anni ’80 del XX secolo, in reazione alla crescente dominanza della concezione (neo)liberale della vita collettiva. Incardinato sulla difesa delle “ragioni della comunità” di fronte a una visione della società e della storia che tende ad assolutizzare l’individuo e la sua razionalità, il comunitarismo ha alle spalle una storia assai più lunga – tanto che la sua ondata contemporanea è spesso chiamata neo-comunitarismo. Come in altri casi, anche in questo il mutamento delle etichette tramite l’uso di prefissi quali neo- o post- tiene viva l’attenzione sull’antichità della “cosa”…
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Sulla Comunità nell’epoca liberal-democratica. Elementi di teoria politica comunitaria (PRIMA PARTE) PRIMA PARTE: RIPENSARE LA COMUNITA’ OGGI. BREVE INTRODUZIONE Preambolo «Stiamo attraversando anni di oltraggio alla democrazia liberale, e questo enorme disprezzo non s’è certo esaurito. Ci è stato detto che tutto ciò che c’è di orrendo nel nostro tempo è colpa del liberalismo, o peggio, del neoliberalismo… È stato incolpato di tutta l’infelicità del mondo. I predicatori di una nuova felicità si chiamano, vantandosi, post-liberali. Talvolta uno si deve stropicciare gli occhi di fronte all’intensità dell’odio per la democrazia liberale: questi stolti capiscono ciò che stanno dicendo? (…) Questo è populismo». Dato che l’autore[1] di queste parole è un intellettuale, considerato tra i più influenti nell’area progressista statunitense, mi chiedo da quali libri e studi abbia tratto le sue conclusioni e i suoi giudizi che liquidano come stoltezza populista le critiche che da tempo investono la cultura…
Continua a leggere Sulla comunità nell’epoca liberal-democratica (Prima parte)Caccia alle streghe: successo di una mitologia e “razionalità” politica. Lettura sotto l’ombrellone
Caccia alle streghe. Imperniata su una mitologia. Su una mitologia che ottiene grande successo. E che possiede una sua sorprendente “razionalità” politica. Una storia paradossale ed enigmatica, su cui riflettere. Tra Progresso, Medioevo e Modernità. Prologo «La natura aborre il vuoto, anche nella mente. Oggi il penoso vuoto della noia viene riempito e continuamente rinnovato dal cinema e dalla radio, dalla televisione e da giornali. Più fortunati di noi, oppure meno fortunati (chi sa?), i nostri antenati dipendevano, per il lenimento della noia, dagli spettacoli settimanali del loro parroco, completati di tanto in tanto dai discorsi dei cappuccini in visita o dai gesuiti di passaggio. La predicazione è un’arte, ed in questa, come in tutte le altre arti, i cattivi esecutori superano di gran lunga quelli buoni» (Aldus Huxley, 1952) Oggi, settanta anni dopo, qualcosa di questo ritratto va certamente aggiornato. Rispetto agli anni ’50 dello scorso secolo, alcuni interpreti…
Continua a leggere Caccia alle streghe: successo di una mitologia e “razionalità” politica. Lettura sotto l’ombrelloneE’ guerra tra Ucraina e Russia. Lunga crisi dell’ordine internazionale liberale e tramonto della “fine della storia”
È guerra tra Russia e Ucraina. Un conflitto che ormai da oltre un mese ha spodestato la pandemia, e i suoi enigmatici annessi e connessi, dal trono mediatico. Lo scontro armato che tanto fa discutere e indigna si inscrive in una lunga vicenda di crisi e tensioni nell’area di confine tra i due Paesi, che coinvolge territori contesi: un confine lungo il quale si è ispessita una nuova “cortina di ferro”, una linea di demarcazione ipersensibile tra Europa occidentale e americanofila, da una parte, ed Europa russofila o post pansovietica, dall’altra; e non solo. Siamo di fronte a un contenzioso che risale al “dopo 1989-1992”, ai tempi del disfacimento della Federazione Sovietica: tra rivendicazioni territoriali e sovranità nazionali, tra micro-etnonazionalismi, secessionismi e irredentismi, tra interessi geopolitici e geoeconomici mal accomodati non solo tra gli Stati-nazioni confinanti (Russia e Ucraina), ma che sono anche fonte di contrasto tra le pretese di…
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