Draghismo e tecnopopulismo

Il governo Draghi è al lavoro da quasi sei mesi. Si è discusso molto sulla sua natura: governo tecnico, non tecnico, misto, istituzionale. Mettiamo da parte questa disputa e i suoi equivoci. Fermiamo un punto: non è un “governo tecnico”. Non perché a capo di molti ministeri ci sono dei “politici”, ma perché (come sempre) non è “tecnico” il lavoro che fanno gli stessi “ministri tecnici” da Draghi (e Mattarella) scelti alla guida di ministeri cruciali, e che ora maneggiano il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) autorizzato da Bruxelles. Questi ministri, e lo stesso Draghi, sono detti “tecnici” solo nel senso che non sono figure elette dal popolo. A ben considerare, l’acclamazione tributata a Draghi e ai suoi uomini di fiducia dovrebbe imbarazzare una democrazia, perché fa da volano a un’idea di “democrazia podestarile” (o “signorile”): quasi una versione aggiornata dei cosiddetti “regimi popolari” di epoca dantesca e…

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E’ crisi di fiducia. Il virus e perché la democrazia non deve “banalizzare” i tumulti di Napoli e Roma

(Pubblicato su questo sito il 31 ottobre 2020) – Non sottovalutiamo i disordini “guerriglieschi” che da Napoli e Roma si sono irradiati in tutta Italia. Richiedono riflessioni e reazioni calibrate. Non sfiguriamoli con etichette di comodo e generalizzazioni scorrette, guidate da uno strabismo che porta in prima pagina negazionisti, estremisti di destra o sinistra, “antagonisti”, centri sociali, manovalanza della malavita più o meno organizzata, regia camorristica. Non confondiamo la parte con il tutto. Oltre la superficie visibile e subito codificabile della violenza che distrugge le vetrine del centro ma conquista la vetrina dell’attenzione collettiva, c’è altro. I gesti di vandalismo urbano, la rabbia infiammata, i locali frantumati e i negozi del centro saccheggiati sono la punta dell’iceberg: sotto c’è una società afflitta da un malessere diffuso, che è pericoloso e ingiusto governare solo a colpi di divieti, leggi emergenziali e polizia di Stato, e con una maggioranza parlamentare che non…

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Elezioni e democrazia. A proposito di Renzi e di Telegatto

(Uscito, in versione leggermente diversa e con altro titolo, su “Alto Adige” e “Trentino” del 26 settembre 2015 – Pubblicato su questo sito il 2 ottobre 2019) – Passato il Meeting agostano di Rimini pare chiudersi anche l’estate politica. Ma l’estate politica lascia le sue tracce. Come ormai tradizione, uno degli appuntamenti-chiave del Meeting è con i presidenti del consiglio: nell’occasione essi riannodano i fili della loro politica e la ribalta mediatica è assicurata. Quest’anno è stata la volta di Renzi. Il suo discorso, va detto senza infingimenti, è risultato piuttosto arruffato, nello stile e nella sostanza. Contiene però importanti prese di posizione. Una di esse merita attenta considerazione. Dice il premier: «Mi fanno ridere quando dicono: beh, se non c’è l’elezione diretta dei senatori è a rischio la democrazia! Non è che se si vota tante volte al Senato si ha più democrazia, quello è il Telegatto». Non è…

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