Draghismo e tecnopopulismo

Il governo Draghi è al lavoro da quasi sei mesi. Si è discusso molto sulla sua natura: governo tecnico, non tecnico, misto, istituzionale. Mettiamo da parte questa disputa e i suoi equivoci. Fermiamo un punto: non è un “governo tecnico”. Non perché a capo di molti ministeri ci sono dei “politici”, ma perché (come sempre) non è “tecnico” il lavoro che fanno gli stessi “ministri tecnici” da Draghi (e Mattarella) scelti alla guida di ministeri cruciali, e che ora maneggiano il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) autorizzato da Bruxelles. Questi ministri, e lo stesso Draghi, sono detti “tecnici” solo nel senso che non sono figure elette dal popolo. A ben considerare, l’acclamazione tributata a Draghi e ai suoi uomini di fiducia dovrebbe imbarazzare una democrazia, perché fa da volano a un’idea di “democrazia podestarile” (o “signorile”): quasi una versione aggiornata dei cosiddetti “regimi popolari” di epoca dantesca e…

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Democrazia e paura di esprimere le proprie idee

(Pubblicato su questo sito il 6 settembre 2020 – Uscito, in versione e con titolo diversi, su “l’Adige” e “Alto Adige”, 4 settembre 2020) – Pur in affanno, le società occidentali liberaldemocratiche, anche l’Italia, non sono assimilabili alla Cina, Russia o Turchia; sono inconfrontabili con la Cina, la Turchia o i regimi sovietici di un tempo. Prendiamo ad esempio la libertà di opinione e di espressione. Dalle nostre parti, si vive nel “mondo libero”. Lo apprendiamo fin da ragazzini, a scuola; possiamo scegliere quali giornali leggere, abbiamo una stampa, con tutti i suoi limiti, libera e plurale; scegliamo i nostri programmi televisivi, radio, film, libri, musica, social e siti. Anche sotto le limitazioni-da-pandemia, troviamo modo di riunirci, di discutere insieme, partecipare a manifestazioni o a mobilitazioni di protesta, e bene o male andiamo pure a votare. Abbiamo talmente acquisito questi aspetti del nostro vivere sociale e politico, che ricordarli pare…

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La modernità e la comunità

(Uscito su “Trentino”, 20 marzo 2016; “Alto Adige”, 21 marzo 2016 – Pubblicato su questo sito l’11 giugno 2020) – Di tanto in tanto, l’opinione pubblica è sollecitata a riflettere sui limiti di coesione sociale della nostra società, sul decadimento dell’idea di “bene comune” e dell’impegno a suo favore. Ci si interroga sull’individualismo che permea le società occidentali. Si levano voci che lamentano un ripiegamento individualistico su noi stessi individualisticamente, che denunciano lo sfaldamento del tessuto connettivo delle nostre società dove regna l’individualismo. C’è qualcosa di psicologico, forse di antropologico, in questo individualismo che dà le coordinate di significato alla nostra vita privata e pubblica. Ma dietro il modo in cui viviamo, dietro le scelte collettive e la maniera con cui ci governiamo c’è anche una questione di cultura politica, o ideologica. A ciò è utile risalire per comprendere il nostro mondo, per meditare su cosa seminiamo e cosa raccogliamo.…

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PdE e PdS. Nuovi poli politici del coronavirus 2, la “ripartenza”?

(Uscito, in versione leggermente diversa e con altro titolo, su “l’Adige”, 21 Maggio 2020; “Alto Adige”, 27 maggio 2020 – Pubblicato su questo sito il 21 maggio 2020) – Sotto la minaccia del coronavirus, per convinzione o paura, alla fine ci si è riconosciuti in una sentenza più imperativa di qualsiasi comandamento, religioso o secolare che sia: la salute prima di tutto! Ovunque, con tempistiche diverse, dagli Stati Uniti alla Cina, in Europa i “nordici” come i “mediterranei”; in tutta Italia, quale che sia la regione, lo sviluppo economico o la mentalità. Dal Brennero a Capo Passero, maggioranza e opposizioni, imprese e sindacati, occupati o mal-occupati, dal mondo della scuola a quello del calcio, passando per i bar. Al più, sembrava ci si dividesse su dettagli, sugli accenti. Solo piccole minoranze avevano da ridire sulle limitazioni alle attività lavorative o alla socialità, alle libertà personali e del divertimento. Così per…

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L’altra faccia del coronavirus: curare l’infodemia, tra scienza, politica e media

(Uscito, con altri titoli, su “l’Adige”, 10 febbraio 2020; “Alto Adige”, 11 febbraio 2020 – Pubblicato su questo sito l’11 febbraio 2020) – La crisi innescata dal coronavirus ha una doppia faccia: quella di un virus che colpisce l’equilibrio biologico del corpo umano; e quella che riguarda l’equilibrio socio-culturale della vita collettiva. Da scienziato socio-politico la mia attenzione si concentra sulla seconda. E trovo conforto nell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che ha messo in circolazione un neologismo che fa riflettere sulla “società dell’informazione”: “infodemia”, abbondanza di informazioni che rende difficile al cittadino distinguere quelle accurate e quelle no. L’OMS coglie un aspetto del problema, e pone l’accento sull’informazione, sul mondo dei media. Trascura però il mondo della scienza e quello della politica. Invece è da tutti e tre questi mondi interdipendenti che arriva in-accuratezza, e pure confusione e incertezza. Tre esempi dalla cronaca di questi giorni per meditare su: 1)…

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Oxfam, Davos e i don Chisciotte

(Uscito, in versioni leggermente diverse, su “Alto Adige” del 24 gennaio 2020 e “l’Adige” del 25.gennaio 2020 – Pubblicato su questo sito il 25 gennaio 2020) – Scena 1. Il nuovo Rapporto Oxfam, appena uscito, dice che le diseguaglianze galoppano. Nel 2019, poco più di 2000 “Paperoni” possiedono un patrimonio che supera quello di 4 mld e mezzo di persone: la concentrazione della ricchezza acuisce il divario tra ricchi e poveri a livello mondiale, che è aumentato rispetto al 2018. La situazione non è diversa in Italia, dove nell’ultimo ventennio la ricchezza dei più ricchi (1% della popolazione) è cresciuta di quasi 8 punti percentuali, mentre quella del 50% dei più poveri è diminuita di oltre 35 punti. Scena 2. Dal 21 al 24 gennaio a Davos (Svizzera) si terrà la 50° edizione del World Economic Forum (WEF). I grandi della terra, della finanza e dell’economia, della politica e della…

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L’Europa della paura e l’Europa della sussidiarietà

(Uscito, in versione leggermente diversa e con altro titolo, su “Alto Adige” e “Trentino” del 27 luglio 2015 – Pubblicato su questo sito il 9 ottobre 2019) – E’ la paura che ha portato all’accordo tra UE e Grecia, la paura del peggio dietro l’angolo. Così dichiarò Juncker, l’allora presidente della Commissione Europea, in un’intervista, quattro anni fa, ai tempi della “crisi greca”. Juncker ammetteva che in Europa si era arrivati ad una “rottura di fatto dei legami di solidarietà”. Sulla Grecia, con una disinvoltura che pare disarmante candore, il navigato politico notava: “ho sempre parlato della Grecia con tenerezza”, “bisogna lasciare a questa nazione uno spazio di autodeterminazione”. Parole sintomatiche: ritraggono i rapporti politici come questioni di “tenerezza” o meno, mentre l’autodeterminazione democratica viene ridotta a qualcosa a cui si può eventualmente “lasciare” qualche spazio. Un singolare linguaggio politico: difficile da immaginare che a un presidente della Commissione Ue…

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Mondo Nuovo, Terzo Mondo, Mondo Guasto. Dov’è il nuovo umanesimo per le migrazioni di massa?

(Uscito, in versione leggermente diversa e con altro titolo, su “l’Adige” e “Alto Adige” del 23 settembre 2019 – Pubblicato su questo sito il 25 settembre 2019) – Gli Stati europei sono alla ricerca di un accordo sul ricollocamento dei migranti. Si vuole che l’Italia, dopo la “stagione salviniana”, ritorni ai porti aperti. Ma in Europa non mancano porti chiusi, frontiere chiuse o semichiuse, “respingimenti” persino tra quegli Stati che oggi si dicono disponibili all’accordo (Francia, Germania, Spagna), non solo tra quelli indisponibili (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Austria, Slovenia). Il 23 settembre al mini-vertice di La Valletta tra Germania, Francia, Italia e Malta è stato raggiunto un compromesso. Le sue implicazioni e la sua operatività effettiva saranno da valutare di fronte ai casi che si verificheranno. Ma sappiamo già ora che si è rimasti, come era negli intenti del summit, dentro il perimetro della politica emergenziale. Intanto, al canale…

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La politica in Europa: correnti profonde e superficie del mare

(Uscito, con altro titolo, su “l’Adige”, 28 giugno 2019; “Alto Adige”, 29 giugno 2019 – Pubblicato su questo sito il 30 giugno 2019) – La cultura politica dei ceti dirigenti si concentra sulle sfide delle forze dette populiste, nazionaliste o sovraniste: le considera minacce per la democrazia (liberale), che viene a coincidere con l’Unione Europea e la politica che essa definisce e difende. Questa cultura alligna anche in ambienti meno elitari, nel “ceto medio riflessivo”, dotato di credenziali educative (laureati) e socializzato attraverso i circuiti comunicativi più accreditati (come la grande stampa). Il suo linguaggio per qualificare gli opposti schieramenti non convince: è troppo di parte e interessato, offre spiegazioni distorsive che aiutano poco a comprendere l’odierno rifacimento della democrazia. Penso si debba cambiare paradigma interpretativo e lessico. Perciò preferisco definire gli schieramenti in campo nel modo più neutro possibile: forze politiche a difesa del sistema costituito o di sue…

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L’economia è (anche) politica. Lettere tra Bruxelles e Roma

(Uscito con altro titolo su “Alto Adige”, 22 giugno 2019; “L’Adige” 23 giugno 2019 – Pubblicato su questo sito il 24 giugno 2019) – Lettera da Bruxelles, risposta da Roma. Alla fine la Commissione Europea ha avviato la procedura d’infrazione sui conti dello Stato italiano. Singolare, e sconfortante, che lo abbia fatto quella uscente, senza aspettare quella che riceverà l’investitura del nuovo europarlamento eletto a maggio: sa di protervia o di burocratico rispetto dei regolamenti, mentre siamo di fronte a delicate decisioni politiche. Sia come sia, il confronto sui numeri economici tra governo giallo-verde di Conte e istituzioni europee continua senza posa, spesso sotto i riflettori mediatici, talora, come si sa, a fari spenti. Va così da quando in Italia è nato il “governo del cambiamento e la guida del Paese ha preso un sapore politico “anti-sistema”. Il governo Conte vuole evitare la procedura, per molti motivi di carattere strategico-politico…

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