Il virus dell’Europa

(Uscito, con altro titolo e in versione leggermente diversa, su “l’Adige”, 4 aprile 2020 – Pubblicato su questo sito il 4 aprile 2020) – Von den Leyen chiede pubblicamente scusa all’Italia. Il premier Conte la ringrazia, ma aggiunge: «Cara Ursula, sento idee non degne dell’Europa». La cancelliera Merkel non gradisce. Rimarranno solo parole? Chi è l’Europa colpita dal virus? Negli Usa Trump fa fronte alla crisi epidemica stanziando oltre 2mila miliardi di dollari e richiama un milione di “riservisti” per la macchina anti-crisi. In Europa, la Germania arriva a mille miliardi di euro; la Francia, meno solida, si mette sulla scia; l’Italia, partita con 3.5 miliardi, ora è a 50, non potendo permettersi di più. Benché molto diverse, sono cifre imponenti e sconvolgenti per i bilanci nazionali. Specie per quelli dell’Ue, vincolati ai “parametri di Maastricht”, a regolamenti e “patti di stabilità” che limitano i margini di azione dei governi,…

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Il decreto “Io sto a casa”, i “polli” e i veri stupidi. L’ora dei doveri verso la comunità

(Uscito, in versione diversa e con altro titolo, su “L’Adige” e “Alto Adige” del 17 marzo 2020 – Pubblicato su questo sito il 12 marzo 2020) – Italia inquieta, siamo al coprifuoco. È l’ora dei doveri morali e della responsabilità collettiva. Per proteggersi l’un l’altro, per proteggere gli altri oltre se stessi. Contro il diffondersi epidemico del virus, invisibile e minaccioso. Il buon senso cerca di accordarsi con la scienza sobria, onesta e forte della sua modestia, che nel riconosce i suoi limiti si rafforza. Il buon senso, seppur tardivamente, arriva pure alla politica. Guai tradire il buon senso, come troppi hanno fatto in ogni dove, esprimendo una cultura presuntuosa che schernisce la semplice ma legittima paura di qualcosa che non si conosce: la paura di un virus sfuggente, che non si lascia ingabbiare. Guai a tradire il buon senso quando si tratta di fare scelte difficilissime, costose su molti…

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La polis e l’ecologia. Natura madre e matrigna tra scienza, politica e opinione pubblica

(Uscito, in versione leggermente diversa e con altro titolo, su “l’Adige”, 4 novembre 2019 – Pubblicato su questo sito il 6 novembre 2019) – Di cosa parliamo quando parliamo di catastrofi naturali e di cambiamenti climatici? Di molte cose diverse. Ostracizzare i dubbi e gli interrogativi non aiuta il cittadino a capire la portata dei problemi, a diventare più consapevole e responsabile. Di più: l’ecologia è una questione della polis che deve fare i conti con la natura – madre e matrigna, direbbe il poeta di Recanati. E noi?    Un anno fa, Vaia. Una tempesta di vento flagella mezza Europa, colpisce il nord-est d’Italia, a partire dal Trentino e dall’Alto Adige. Abbiamo assistito ai doverosi riti comunitari del dolore e del ringraziamento destinato agli operatori dei soccorsi. Non è mancata l’attenzione pubblica e mediatica, che ha allargato il discorso alla questione del cambiamento climatico, forte di un rilancio di…

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L’Europa della paura e l’Europa della sussidiarietà

(Uscito, in versione leggermente diversa e con altro titolo, su “Alto Adige” e “Trentino” del 27 luglio 2015 – Pubblicato su questo sito il 9 ottobre 2019) – E’ la paura che ha portato all’accordo tra UE e Grecia, la paura del peggio dietro l’angolo. Così dichiarò Juncker, l’allora presidente della Commissione Europea, in un’intervista, quattro anni fa, ai tempi della “crisi greca”. Juncker ammetteva che in Europa si era arrivati ad una “rottura di fatto dei legami di solidarietà”. Sulla Grecia, con una disinvoltura che pare disarmante candore, il navigato politico notava: “ho sempre parlato della Grecia con tenerezza”, “bisogna lasciare a questa nazione uno spazio di autodeterminazione”. Parole sintomatiche: ritraggono i rapporti politici come questioni di “tenerezza” o meno, mentre l’autodeterminazione democratica viene ridotta a qualcosa a cui si può eventualmente “lasciare” qualche spazio. Un singolare linguaggio politico: difficile da immaginare che a un presidente della Commissione Ue…

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Venti di guerra culturale, guerra civile strisciante. Abbassare il tono delle “verità”

(Uscito in versione leggermente diversa e con altro titolo su “l’Adige”, 4 aprile 2019; – Pubblicato su questo sito il 14 luglio 2019) – Il dibattito politico-culturale è desolante. La serenità del confronto laico è alle corde. Estremizzazioni e fanatismi impediscono il “dialogo tra diversi”. Ovunque. Specie su questioni da prendere con le molle poiché toccano l’identità di ciascuno, riguardano come vediamo e giudichiamo noi stessi e gli altri, la società cui vogliamo vivere, sensibilità personali e tabù collettivi. Come fare di fronte all’immigrazione?  Cosa comporta avere fedi religiose o credo ideologici? Cosa è “famiglia” o coppia? Maschi e femmina sono identità definite o “fluide”? Eguaglianza tra donna e uomo significa essere uguali o no, e perché? Temi difficili, controversi. Le idee sono in contrasto, ma ciò di per sé non disturba. A preoccuparmi è il modo in cui i loro sostenitori si pongono l’un l’altro. Nel discorso pubblico, e…

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