One Reply to “Re-inquadrare. Funzione intellettuale, cornice e istigazione (in una società di like e influencer) (Seconda parte)”

  1. Ho letto con interesse sia la prima che la seconda parte. La tesi è chiara, inequivocabile. E, personalmente, la sposo interamente.
    Giacché il ruolo dell’intellettuale che non voglia essere una mera ” pianta di principato “( Vittorio Alfieri, Del Principe e delle lettere) è esplicitato esaurientemente nella trattazione, non aggiungo davvero nulla. Mi permetto solo di pensare ai cosiddetti intellettuali di riferimento à la page en Italie : il loro conformismo al pensiero dominante e alle sue versioni, non solo è stucchevole nella sua prevedibilità ma è anche supponente e cinico. Pontificano dagli studios del potere, convinti di essere il sale della terra, e da zelanti attendenti, si fanno complici di un sistema socioeconomico abominevole nelle sue iniquità e crudeltà, mostrando senza brividi le loro coscienze imbiancate.
    Ecco, per la mia epoca, da testimone, mi impressiona il grado di insensibilità di tali soggetti che vanno per la maggiore. Credo siamo a livelli parossistici che si toccano per cause e dinamiche complesse, con lo zampino dell’ebetismo social-digitale.
    Infine, non per essere scontata, un riaffiorare di Gramsci, possibilmente non quello pronto per l’uso, da aforismario. Per esempio, leggere cosa scriveva di Filippo Turati, su L’ Ordine Nuovo , 12 gennaio 1921. Disturbante.

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