Inseguendo gli arcobaleni, sotto lo sguardo di Dostoevskij

Il paese delle meraviglie

Inseguendo gli arcobaleni, sotto lo sguardo di Dostoevskij

Inseguendo gli arcobaleni, canta John Mellencamp,

Alcune persone faranno di tuttoper catturare un sogno superficialein questo mondo di finzioneche crediamo sia veroQuando arrivi lì, non c’è nessun posto dove andareSolo un sacco di “te l’avevo detto”, alla fine dell’arcobaleno.

Quindi porta questo amore con te quando vaifino alla fine dell’arcobaleno”.

Sotto lo sguardo di Dostoevskjj,

uno sguardo che è una ferita che ferisce.

Alla fine, “nella maggioranza dei casi, gli uomini, e sia pure i farabutti, sono molto più ingenui e semplici di come li giudichiamo. E noi per primi siamo così” (F. Dostoevskij, I fratelli Karamazov).

Ma capirlo è per niente cosa semplice. E così si inseguono gli arcobaleni, credendo di saper distinguere tra una pentola d’oro e un secchio di spazzatura. C’è chi vince e c’è chi perde, non lo si può negare. E c’è chi resta perplesso: fa la ‘somma del totale’, fa i conti e poi li disfa e poi li rifà.

Una tavolozza di colori impazziti. Macchie. E sempre da decifrare. Così gli ingenui e i semplici. Irriconoscibili e, in fondo, irraggiungibili negli abissi del mare. Però attento, Fedor, c’è anche la superficie: che l'”intelligenza di animo” non si lasci ingannare. Quando si crede di aver guardato fino in fondo, forse è solo il momento di ricominciare a scrutare. L’Altro ha sempre una porta da chiudere. Ma questo è un dettaglio a Fedor forse famigliare.

P.s.: Sì, certe cose è meglio non rileggerle, men che meno il giorno dopo. Che vadano per la loro strada.

VIDEO-CANZONE

Chasing rainbows (John Mellencamp)


(Pubblicato su questo sito il 4 febbraio 2024)

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