Re-inquadrare. Funzione intellettuale, cornice e istigazione (in una società di like e influencer) (Seconda parte) Sulla funzione intellettuale critico-provocativa e sulla solida persistenza della cornice acquisita La funzione intellettuale critico-provocativa, va detto, è fisiologicamente esposta all’insuccesso. Questo tende a condizionare la figura dell’intellettuale che la interpreta, portandolo a interrogarsi su quale senso possa mai avere lasciarsi scivolare nella corrente dei “predicatori nel deserto”. La “cornice”, che la funzione intellettuale intende “provocare” mettendola in discussione, trae la sua tendenza a persistere da una solidità che non deriva da fattori banali[1]. Questo argomento merita un minimo di approfondimento. Filosofi, psicologi, antropologi e sociologi hanno cercato, da tempo immemore, di spiegare le profonde, buone o comprensibili ragioni del perché gli esseri umani e le società siano inclini ad adagiarsi in schemi di pensiero e pratiche di vita accomodanti e dati-per-scontati, evitando di spezzarli almeno fino a quando tali schemi e pratiche non…
Continua a leggere Re-inquadrare. Funzione intellettuale, cornice e istigazione (in una società di like e influencer) (Seconda parte)Tag: libertà
Immagina… una caverna e catene (1)
Il paese delle meraviglie Immagina… una caverna e catene (1) Immagina una dimora sotterranea, insomma una caverna. L’entrata, ampia quanto tutta la larghezza della caverna, è aperta alla luce. Immagina degli uomini che vi stanno dentro da quando sono nati: sono incatenati gambe e collo, non possono muoversi, non possono girare la testa, possono vedere solo davanti a loro. Immagina che alle spalle di questi uomini brilli, alta e lontana, la luce di un fuoco, che essi non possono vedere. E immagina che tra il fuoco e i prigionieri corra una strada rialzata. Immagina un muretto costruito su quella strada, simile a quegli schermi dietro i quali si nascondono i burattinai per mostrare agli spettatori dei burattini. Proiettate dal fuoco, i prigionieri vedono solo ombre. Hanno solo e sempre visto solo ombre. Tali ombre sono la realtà. La sola, per loro, e unica realtà esistente. Essi vivono profondamente immersi…
Continua a leggere Immagina… una caverna e catene (1)Immagina… una caverna e catene
Il paese delle meraviglie Immagina… una caverna e catene Immagina una dimora sotterranea, insomma una caverna. L’entrata, ampia quanto tutta la larghezza della caverna, è aperta alla luce. Immagina degli uomini che vi stanno dentro da quando sono nati: sono incatenati gambe e collo, non possono muoversi, non possono girare la testa, possono vedere solo davanti a loro. Immagina che alle spalle di questi uomini brilli, alta e lontana, la luce di un fuoco, che essi non possono vedere. E immagina che tra il fuoco e i prigionieri corra una strada rialzata. Immagina un muretto costruito su quella strada, simile a quegli schermi dietro i quali si nascondono i burattinai per mostrare agli spettatori dei burattini. Proiettate dal fuoco, i prigionieri vedono solo ombre. Hanno solo e sempre visto solo ombre. Tali ombre sono la realtà. La sola, per loro, e unica realtà esistente. Essi vivono profondamente immersi in…
Continua a leggere Immagina… una caverna e cateneSole nel tramonto di Raqqa, e un cappuccio rosso
Il paese delle meraviglie Curva di sole nel tramonto di Raqqa, e un cappuccio rosso. Favole e dolori di libertà Niente da aggiungere a questa canzone e a questo video. Se non che… Che la libertà è una cosa seria, che lacera. E che qui si parla di altri, di altri lontani, a noi persino estranei. Noi no. No, noi noi… Da noi la libertà abbonda. Per fortuna, che fortuna! Nel nostro pezzo di mondo la troviamo bella e servita anche nelle vetrine, e persino a pochi spiccioli. E, oltretutto, sappiamo bene come prendercene cura, come difenderla… che poi mica abbiamo il problema dei mitra che sporcano di sangue i nostri vestiti, lindi… e siamo liberi di sceglierne i colori e gli accostamenti e di cambiarli con dei nuovi, che ci bastano pochi clic su internet… senza che la strada ci terremoti sotto i piedi. E sì, la…
Continua a leggere Sole nel tramonto di Raqqa, e un cappuccio rossoAlla salute! Di chi? Il sorriso della dignità
Il paese delle meraviglie ALLA SALUTE! DI CHI? IL SORRISO DELLA DIGNITA’ A grande richiesta, riecco il Tardis! Dove basta anche solo una canzone per viaggiare nello spazio e nel tempo. Nello spazio-tempo, ovvio. Non conoscevo questo brano e tanto meno il video. E ora invece sì, grazie a una persona che mi è cara (in uno dei modi che una persona può essere cara). E così, viste le molte richieste (una, ma convincente) di rimettere il moto il Tardis, dopo averci brevemente pensato, lo faccio. E lo faccio per brindare alla salute di coloro a cui non è dato brindare e alzare il calice “Alla salute!”. Ma perché a costoro? E chi mai sono? Chi non ha motivo di brindare? Gli sfigati (quale che sia la loro sagomatura)? Coloro che non possono festeggiare la salute perché… Perché sono stupidi e non capiscono l’importanza della salute? Cioè quelli ai quali…
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DIALOGO TRA POTERE E LIBERTA’ PERSONAGGI: l’Inquisitore, Lui, il potere, la libertà, la società degli uomini SI APRE IL SIPARIO Ecco. Entra in scena, uscendo dal buio. Si accompagna ad una lampada, si appoggia ad un bastone. I suoi occhi scorrono la stanza finché incrociano lo sguardo di Lui e si posano fissi sul suo volto. La mano sul tavolo, il tremolio delle dita non è teatrale. Di lui si scorge appena la sagoma, nella penombra. Siamo all’incontro tanto atteso tra il vecchio Inquisitore e Lui. INQUISITORE. Sei tu? Allora, sei tu? Sì, sei tu… Ma certo, non rispondi. Taci. Continui a tacere… Cos’altro potresti fare? Cosa mai potresti dire? So bene cosa potresti dire, se la rinuncia al silenzio fosse cosa tua! Ma tu non sai rinunciare… E poi, ascoltami: tu non hai neppure il diritto di aggiungere qualcosa a quello da te già detto la volta precedente. Chiaro?!…
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(Pubblicato su questo sito il 9 luglio 2020 – uscito con altro titolo e in versione ridotta su L’Adige del 17 luglio 2020 e su Alto Adige del 20 luglio 2020) – I Era il 1750 quando col suo “Discours sur les sciences et les arts” Jean-Jacques Rousseau vince il concorso bandito dall’Accademia di Digione sul tema: “Se il progresso delle arti e delle scienze ha corrotto o purificato i costumi”, se cioè avesse o no reso gli uomini migliori e più felici. All’epoca non era quel prestigioso filosofo che nei secoli l’han portato a noi, tra appassionate acclamazioni, ferme contestazioni e meticolose letture critiche. E non era il Rousseau che, insinuatosi nella testa dei suoi maggiorenti e militanti, ha indotto il M5S a chiamare “Rousseau” la piattaforma social che funge da Bibbia, agorà e organo di propaganda politica di un movimento nato come di protesta, sviluppatosi come forza politica…
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(Pubblicato su questo sito il 24 marzo 2020) – Una premessa, caro lettore. Va detto, con schiettezza e pacatezza. Per troppe settimane, mentre notizie e immagini da Wuhan, sconcertanti, inondavano i nostri media, mentre faceva capolino la percezione di uno scenario di contagio senza confini, pochi hanno avuto il coraggio di dire a voce alta che uno più uno, almeno a volte, fa proprio due: dato che viviamo nel “mondo della globalizzazione”, con milioni e milioni di persone che si muovono per mille motivi da un angolo all’altro del pianeta era prevedibile anche una globalizzazione del contagio. Invece, in troppi (semplici cittadini, politici, media, autorità pubbliche e scientifiche) han reagito con un mix di superficialità e supponenza. È del 27 febbraio l’hashtag #Milanononsiferma di Sala, sindaco di Milano capitale economica d’Italia; negli stessi giorni Sala si faceva riprendere con lo stesso slogan sulla t-shirt o a mangiare nei ristoranti cinesi…
Continua a leggere Conte tra Gismondo e Burioni. Scienza, miti e scelte pubbliche, a proposito del coronavirusIl decreto “Io sto a casa”, i “polli” e i veri stupidi. L’ora dei doveri verso la comunità
(Uscito, in versione diversa e con altro titolo, su “L’Adige” e “Alto Adige” del 17 marzo 2020 – Pubblicato su questo sito il 12 marzo 2020) – Italia inquieta, siamo al coprifuoco. È l’ora dei doveri morali e della responsabilità collettiva. Per proteggersi l’un l’altro, per proteggere gli altri oltre se stessi. Contro il diffondersi epidemico del virus, invisibile e minaccioso. Il buon senso cerca di accordarsi con la scienza sobria, onesta e forte della sua modestia, che nel riconosce i suoi limiti si rafforza. Il buon senso, seppur tardivamente, arriva pure alla politica. Guai tradire il buon senso, come troppi hanno fatto in ogni dove, esprimendo una cultura presuntuosa che schernisce la semplice ma legittima paura di qualcosa che non si conosce: la paura di un virus sfuggente, che non si lascia ingabbiare. Guai a tradire il buon senso quando si tratta di fare scelte difficilissime, costose su molti…
Continua a leggere Il decreto “Io sto a casa”, i “polli” e i veri stupidi. L’ora dei doveri verso la comunitàDemocrazia, Stato e indipendentismo. Diritto e potere nel conflitto ispano-catalano oggi
Uscito, in versione diversa e con altro titolo, su “l’Adige” del 12 novembre 2019 e l’”Alto Adige” del 14 novembre – Pubblicato su questo sito il 3 novembre 2019, aggiornato il 13 novembre 2019 – 2019, novembre. La Spagna ha votato. Per la quarta volta in quattro anni: neanche l’Italia della Prima Repubblica era arrivata a tanto. Formare una maggioranza di governo resta un rompicapo, insolubile con lo schema centro-destra v. centro-sinistra. Sui risultati ha pesato la questione catalana, che divide e disorienta la Spagna intera: il Partito Socialista, prima forza ma in calo, a parole, sostiene il dialogo con gli indipendentisti, adombra soluzioni federaliste; Podemos, che perde seggi, non è contrario a un referendum sull’autodeterminazione della Catalogna; il Partito Popolare, in forte rimonta, minaccia la sospensione dell’autonomia catalana; l’estrema destra di Vox, che clamorosamente raddoppia e più i suoi seggi, punta a smantellare ogni autonomia regionale, a mettere fuori…
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