I gamberi marmorizzati, la scienza e noi

    I gamberi marmorizzati, la scienza e noi   Premessa  Questa è la storia dei gamberi marmorizzati. Una storia di scienza e di mistero, che getta un sorriso di ironia su tutti quegli stupidini miopi di intelletto e di buona creanza, i quali, credendo di abbracciare la ratio della scienza o di farsene portabandiera, abbracciano e agitano una mitomania della scienza. Nella loro postura, pubblica e privata, costoro finiscono spesso per mescolare presunzione e ignoranza. E così, imperversando in lungo e in largo nel mondo, riducono la scienza a una clava, mentre essa o è sottile fioretto che si destreggia e che primeggia in virtù dell’umiltà del conoscere oppure non è. Indirettamente, è quest’ultima la storia che qui racconto e ri-racconto. Dietro la storia dei gamberi marmorizzati (che ri-narro) scorre, infatti, un’altra storia (che narro) dove si guardano in faccia i giorni nostri: le vicissitudini della conoscenza scientifica impegnata…

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Trappole del coronavirus. Le scelte pubbliche tra sicurezza e libertà

(Pubblicato su questo sito il 15 aprile 2020 – La Scena Prima è uscita, in versione parziale e diversa, sul “Corriere del Veneto” e sul “Corriere di Verona” il 15 aprile 2020) – Convivere con il virus. Questo sembra il quid che dovrà caratterizzare la tanto attesa “fase 2”, con una data d’inizio ancora mobile e una durata indefinita. Ogni singola persona e la società nel suo insieme dovranno imparare cosa significa convivere con il coronavirus, come conviverci nella vita di tutti i giorni, tra lavoro e famiglia, tra svago e relazioni umane, sociali. Avremo nuove regole di condotta e norme per orientarci. Definirle non è cosa semplice, e vede all’opera una varietà di soggetti, con le loro domande e le loro risposte. A ciascuno è richiesto un impegno secondo “scienza e coscienza”. Dovremo mobilitare i saperi, i poteri, i diritti e doveri; scienza, politica ed etica diranno “perché sì”…

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Conte tra Gismondo e Burioni. Scienza, miti e scelte pubbliche, a proposito del coronavirus

(Pubblicato su questo sito il 24 marzo 2020) – Una premessa, caro lettore. Va detto, con schiettezza e pacatezza. Per troppe settimane, mentre notizie e immagini da Wuhan, sconcertanti, inondavano i nostri media, mentre faceva capolino la percezione di uno scenario di contagio senza confini, pochi hanno avuto il coraggio di dire a voce alta che uno più uno, almeno a volte, fa proprio due: dato che viviamo nel “mondo della globalizzazione”, con milioni e milioni di persone che si muovono per mille motivi da un angolo all’altro del pianeta era prevedibile anche una globalizzazione del contagio. Invece, in troppi (semplici cittadini, politici, media, autorità pubbliche e scientifiche) han reagito con un mix di superficialità e supponenza. È del 27 febbraio l’hashtag #Milanononsiferma di Sala, sindaco di Milano capitale economica d’Italia; negli stessi giorni Sala si faceva riprendere con lo stesso slogan sulla t-shirt o a mangiare nei ristoranti cinesi…

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