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Il mistero di Hey bulldog

Il Paese delle meraviglie Il mistero di Hey bulldog   Tra le molte candidature pervenute, la scelta è caduta su Hey bulldog, e ci sarà pure un motivo. Ad ogni modo è un buon alter ego di Let’s twist again, e tanto basta: per ballare. Per il resto, come cantava un tale di Roma, “Alice guarda i gatti e i gatti guardano nel sole, mentre il mondo sta girando senza fretta… “. Ma è un ricordo cha vale dieci lire… E tutto questo Alice non lo sa… Non c’è niente da capire, basta abbaiare e tenere il ritmo. E così sia. – VIDEO Hey bulldog (Beatles)   (Pubblicato su questo sito il 2 dicembre 2023)

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La gente parla parla parla…

Il paese delle meraviglie La gente parla parla parla…   Qualcuno dice che i dadi sono truccati Qualcuno dice che è meglio rotolare incrociando le dita Qualcuno dice che la guerra è finita Qualcuno aggiunge che i bravi ragazzi hanno perso E qualcun altro lo corregge: No, hanno vinto Qualcuno precisa che il combattimento ha dato il suo verdetto Qualcuno aggiunge che i poveri restano poveri e che i ricchi diventano più ricchi Qualcuno dice “Happy Birthday to you!” Qualcuno cerca la risposta nel vento che la sta soffiando E’ così che va, è così che si dice E questo lo sanno tutti Qualcuno dice che la barca imbarca acqua.  Qualcuno dice che i capitani hanno mentito Qualcuno parla di sentimenti strozzati, come se il padre o il cane fossero morti in quel momento E tutti parlano con le tasche E tutti vogliono la loro scatola di cioccolatini E una rosa…

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Penny Lane, e il barbiere

(Pubblicato su questo sito il 18 aprile 2020) – Il paese delle meraviglie Penny Lane, e il barbiere Ora mi siedo. Su il sipario. Si torna indietro. A Penny Lane c’era un barbiere, in vetrina tutte le foto delle teste che aveva conosciuto e rapato con piacere. Quante persone andavano e venivano! E quanti ciao alle foto, alle teste… Ma davvero? All’angolo, un’auto che sfrecciava, e impolverava un insolito banchiere sempre in impermeabile e papillon. E i bambini ridevano. La pioggia di Penny Lane riempiva, battente, orecchie e occhi straniti sotto il cielo blu di periferia. C’era un pompiere fissato con la clessidra, in ritardo sull’incendio. Si diceva che avesse in tasca, sempre con sé, un ritratto della regina, ma forse era la mamma. L’autopompa sempre lucida. Gli occhi spalancati di sera, di giorno le orecchie affollate di parole. Ma chi ci crede? Sul cartellone, all’incrocio, un vasetto di pesciolini…

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Doctor Robert

(Pubblicato su questo sito il 29 marzo 2020) – Il paese delle meraviglie Doctor Robert Doctor Robert? Non saprei, non lo conosco. Mi pare però che in giro se ne parli parecchio. Mah… forse lo conosco? C’è confusione. E tu, cosa ne dici? Forse non è una sola persona, forse sono molti i Doctor Robert, e ci confondiamo in tutta questa confusione. Dicono che è in ogni angolo di strada, in ogni video, in ogni piatto di minestra, in ogni momento è sempre lì: aiuta qualcuno a contare le mele, a tirare avanti, oppure fa il burbero e ti rovescia addosso palate di fantasmi evanescenti con le tasche piene di moralismo e reprimende, critiche e accuse. Dicono che sia un uomo nuovo, e migliore. Oddio! Forse è così? Ma aiuta davvero a capire?  Dicono: ti avvicina e fa tutto il possibile per non lasciarti a terra o a vagabondare da…

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Your mother should know

(Pubblicato su questo sito il 19 marzo 2020) – VIDEO Your mother should know (Beatles) –

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Ma i bambini dove giocheranno? Intorno al progresso

Ma i bambini dove giocheranno? Intorno al progresso Beh, penso che vada bene costruire aerei giganteschi, che in poche ore vai da un mondo all’altro. E penso che sia una buona idea quella, che hanno avuto a Tokyo, di poter girare a bordo di treni cosmici: dobbiamo diffonderla, a nord e a sud. E penso che non sia poi così male accendere l’estate da una slot-machine, non solo a Los Angeles ma anche a Gambassi. Gente, chiunque voglia prenda ciò che vuole: si può prendere tutto, si può arrivare a tutto. Come negare che abbiamo fatto tanta strada, correndo giorno dopo giorno, secolo dopo secolo, dalle catacombe alle centrali elettriche! Abbiamo portato la luce attraverso l’universo. E abbiamo trasformato le nostre città, i mari, le valli. Anche le osterie. Abbiamo riempito di progresso i vecchi tempi andati. Ma dove giocheranno i bambini? VIDEO Where do the children play (Cat Stevens)…

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Long and winding road. Il cammino e le stagioni controverse del 68 italiano

(Uscito, in versione diversa e con altro titolo, su “UniTrentoMag”, 3.12.2018 – Pubblicato su questo sito il 20 gennaio 2020) – Nella primavera di cinquant’anni fa usciva l’ultimo singolo dei Beatles. Sul lato A era incisa The Long and Winding Road: una melodia struggente, che il produttore Phil Spector aveva appesantito con archi sinfonici, sbagliando arrangiamento, snaturando il brano (una ballata pianistica) e facendo infuriare Paul McCartney, autore del brano. I Beatles si erano appena sciolti: siamo ai titoli di coda, postumi. Era (e resta) una malinconica canzone, ma anche una preghiera, dice di un cammino di dolori e di speranze che porta a una porta: qualcuno si è perso e improvvisamente pare ritrovarsi, nel bussare a quella porta, chiedere di poter entrare. È la canzone di una strada lunga e tortuosa, sotto il vento e la pioggia, si allude ad errori, a dolori e a speranze. The Long and…

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Frammenti di un discorso politico-culturale. Il 68 nel 2018, tra democrazia di qualità e politica anti-sistema

(Uscito su “Società Mutamento Politica. Rivista Italiana di Sociologia”, vol. 9, n. 18, 2018 – Pubblicato su questo sito il 25 agosto 2019) – Il 1968 è una data simbolica che si riferisce a uno specifico anno ma anche, e soprattutto, ad un intero periodo storico. I caratteri identitari di questa stagione storica cambiano a seconda degli aspetti o dei contesti nazionali, politici e culturali che decidiamo di ricostruire o di ricordare. La fenomenologia del “lungo 68” si disloca su una sorprendente molteplicità di livelli: generazionale e valoriale, della mentalità e dei costumi, dell’economia, della politica e dell’ideologia. Ma dell’ultimo mezzo secolo osserviamo anche cambiamenti nella cultura politica che ha “processato” la «memoria pubblica del 68». La storiografia, la scienza politica e la sociologia non sono riuscite ad offrire letture stabili del 68. Perché? Per cercare di rispondere, in questo saggio riteniamo necessario storicizzare e periodizzare, occupandoci in particolare del…

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