Una ‘guerra civile’ sottotraccia tra società dell’iper-fiducia e società dell’ipo-fiducia. Scienza, politica e media nella crisi covidiana

Una ‘guerra civile’ sottotraccia tra società dell’iper-fiducia e società dell’ipo-fiducia. Scienza, politica e media nella crisi covidiana   Dietro alle spalle un pescatore E la memoria è già dolore E’ già il rimpianto d’un aprile Giocato all’ombra di un cortile (F. De André)   I Lo scrivevo già tra l’inverno e la primavera del 2020. Quando stavamo entrando sotto il regno del Covid. Oggi ritorno su quella stagione, a proposito del ruolo della scienza e delle decisioni pubbliche, ammonendo gli esperti dei salotti televisivi, i politici alla “si salvi chi può” e i mass media all’arrembaggio. Ritorno su alcune delle considerazioni fatte all’epoca per due motivi principali: 1) perché tali considerazioni non erano (né sono) ispirate dalla fregola di partecipare alle contingenti polemiche di un momento, e tanto meno erano (e sono) il riflesso di una paura obnubilante o di una “crisi di nervi” dettate dal virus e foraggiatrici di…

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Sì-vax e no-vax in guerra contro la paura

La pandemia ci pone il problema delle Colonne d’Ercole. Per gli antichi Greci indicavano il limite oltre il quale non era possibile fare ritorno: il limite ultimo del mondo conosciuto, una metafora dei limiti della conoscenza. Teniamo sullo sfondo questo mito, aiuta a navigare nel mare aperto dei nostri tempi, tra no-vax e sì-vax e le loro paure. La pandemia è qualcosa di distruttivo. La sua portata catastrofica è misurata dal numero delle vittime, dallo sconvolgimento delle pratiche di vita delle persone, dell’organizzazione e funzionamento della società. Investe pure il “senso delle cose” e l’immaginazione degli uomini; il mondo pare essere uscito dai binari e il flusso ordinario del tempo essersi inceppato. Ma sotto il regno del virus, nell’ombra, aleggiano pure questioni profonde della vita personale e collettiva: desideri e timori, passioni e ragioni, che sono stravolti, paralizzati o esasperati. Sotto il regno del Covid osserviamo una rudimentalizzazione dei sentimenti…

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Negazionista, ti scomunico!

(Pubblicato su questo sito il 31 marzo 2021 – Uscito, con altro titolo, su “l’Adige”, 13 aprile 2021) – Negazionista, ti scomunico! Il sottotitolo di questo articolo potrebbe essere: nagazionismo e crociate a proposito di virus, vaccini, scienza e discussione pubblica. Vediamo di cosa si tratta. Un libro pubblicato da un piccolo editore di Bergamo, intitolato “Strage di Stato”, che in pochi giorni è arrivato alla terza tiratura, ha sollevato un polverone di polemiche e, soprattutto, durissimi attacchi ai suoi autori e alle loro tesi. Non farò i nomi degli autori, un medico e un magistrato, né del noto ed accreditato procuratore della Repubblica che ne ha firmato la prefazione: la mia è una scelta deliberata; il lettore, seguendo il mio argomento, capirà il perché di questa scelta (se curioso, li potrà trovare senza difficoltà su internet). Se già il titolo del libro è indubbiamente forte, forse lo è ancora…

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Hanno cambiato la mia canzone

(Pubblicato su questo sito il 13 giugno 2020) – Il paese delle meraviglie Hanno cambiato la mia canzone Hanno cambiato la mia canzone?! Sì, hanno cambiato la mia canzone. Una giornalaia perbene e piena di sentimenti che vanno a ruba, eccome. Un parolaio che costruisce giardini e cammini, con tanta serenità di sguardo positivo, assolutamente corretto. E quanti altri. Cervelli fini e sentire profondo, tecnica e umanità. Varia. Ma la mia canzone! Perché? Perché la cambiano? Ma l’hanno cambiata, il testo e la musica; hanno cambiato il tempo, il mio. Hanno cambiato tutto, senza neanche accorgersene, e così dicono: “Ma cosa c’entra la tua canzone? E poi quale? Ma chi le conosce le tue canzoni!?”. Ma l’hanno cambiata, e non l’hanno nemmeno capita. Forse era sbagliata? Ok, ok. Ma era la mia canzone. Mica per vincere qualche music award o a Sanremo. Non era che una canzone, mia. Ma questi…

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La teoria del genere esiste. Perché eluderla?

(Uscito sul “Trentino”, 9 febbraio 2019 – Pubblicato su questo sito il 20 settembre 2019) – Gettare un sasso nello stagno: era l’obiettivo del mio articolo “Sul gender non è tempesta in un bicchiere” apparso giorni fa sul “Trentino”. Questo giornale sta facendo la sua parte. Ma il confronto resta incerto sulla messa a fuoco del cuore del problema. Allora aggiungo qualche argomento. Judith Butler è una filosofa americana impegnata su temi politici. Insegna al Dipartimento di Retorica e Letterature Comparate all’Università della California, a Berkeley. È esponente di una teoria critica della società; ha contributo a formulare e diffondere un “pensare politico” e una filosofia “femministi”, attingendo a significative correnti, ad esempio, del post-strutturalismo francese e della psicanalisi europea. Butler è studiosa nota e accreditata nel mondo universitario e nell’opinione colta, benché le sue tesi siano parecchio contestate: da destra e da sinistra, non solo da conservatori ma anche…

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Venti di guerra culturale, guerra civile strisciante. Abbassare il tono delle “verità”

(Uscito in versione leggermente diversa e con altro titolo su “l’Adige”, 4 aprile 2019; – Pubblicato su questo sito il 14 luglio 2019) – Il dibattito politico-culturale è desolante. La serenità del confronto laico è alle corde. Estremizzazioni e fanatismi impediscono il “dialogo tra diversi”. Ovunque. Specie su questioni da prendere con le molle poiché toccano l’identità di ciascuno, riguardano come vediamo e giudichiamo noi stessi e gli altri, la società cui vogliamo vivere, sensibilità personali e tabù collettivi. Come fare di fronte all’immigrazione?  Cosa comporta avere fedi religiose o credo ideologici? Cosa è “famiglia” o coppia? Maschi e femmina sono identità definite o “fluide”? Eguaglianza tra donna e uomo significa essere uguali o no, e perché? Temi difficili, controversi. Le idee sono in contrasto, ma ciò di per sé non disturba. A preoccuparmi è il modo in cui i loro sostenitori si pongono l’un l’altro. Nel discorso pubblico, e…

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Caffè Italia

(Uscito in versione leggermente diversa sul “Trentino”, 17 gennaio 2019 – Pubblicato su questo sito il 5 luglio 2019) – Nei momenti importanti si danno appuntamento al Caffè Italia. Per chi ama farlo, non c’è niente di meglio: ore di intelligente conversazione, di brillante e densa discussione, dove le questioni che premono sull’attualità vengono messe a fuoco come solo persone esperte ed informate possono fare, con confronti serrati e critiche meditate. Certo, non tutti i caffè né tutti i circoli arrivano a un’arte dell’opinione di qualità come quella del Caffè Italia. Ma se la compagnia è giusta e il locale pure, ce la si può fare. Quelli del Caffè Italia ce l’hanno fatta, dicono in giro: una combriccola ben selezionata, felicemente riuscita. Verrebbe da dire che tutto avvenga come in un Parlamento, quando si dibatte di importanti problemi della vita collettiva. Del resto, anche il circolo del Caffè Italia è…

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Sea Watch: la disobbedienza civile è una cosa seria, e Antigone una tragedia

Pubblicato su questo sito il 1° luglio 2019 – Alla fine Carola Rackete, la “capitana” di cittadinanza tedesca della Sea Watch 3, la nave Ong “salva-migranti”, ha forzato l’attracco al porto di Lampedusa: è stata subito arrestata; i migranti sono sbarcati; le cancellerie europee litigano e allo stesso tempo cercano, anche stavolta tardivamente, un compromesso su come distribuire gli immigrati. Come aveva già annunciato il premier Conte: “La questione è ormai diventata strettamente giudiziaria: non si possono infrangere impunemente le regole”, chiarendo così la posizione ufficiale del governo italiano, che nella sostanza, non certo nei modi, è in linea con la dura ma scomposta reazione del ministro degli interni Salvini di fronte alle infrazioni della legalità e della sovranità nazionale commesse dalla Sea Watch a bandiera olandese. Il Papa lancia i suoi strali, la Commissione Ue fa il Ponzio Pilato, il Quirinale tace. La crisi aperta dalla nave Ong è…

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