Pandemia che non passa e capro espiatorio. Una società in cerca di cura, e che piglia lucciole per lanterne

Pandemia che non passa. Ragioniamo sulla Covid-endemia.    No, sul ponte non sventola la bandiera bianca. Non quella del veneto Arnaldo Fusinato, che al passar di una gondola dalla città gridavano: “Ehi della gondola, qual novità?”, e in risposta arrivava “Il morbo infuria… il pan ci manca… Sul ponte sventola bandiera bianca!”. Non quella del siciliano Franco Battiato: “Mr. Tamburino non ho voglia di scherzare. Rimettiamoci la maglia, i tempi stanno per cambiare. Per fortuna il mio razzismo non mi fa guardare quei programmi demenziali con tribune elettorali… Sul ponte sventola bandiera bianca”. Semmai, tira gran voglia di bandiera gialla, quella del Gianni anni ’60, sempreverde e che con tecnologici passaparola smuove il mondo (o almeno gli amici): “Sì, questa sera è festa grande. Noi scendiamo in pista subito. E se vuoi divertiti, vieni qua… Finché vedrai sventolar bandiera gialla, tu saprai che qui si balla.”. E però no, non…

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Pescara, 8 agosto 2019: crisi di governo allo “Stadio del mare”. Ma quale è stato il grave errore di Salvini?

(Pubblicato su questo sito il 10 agosto 2020 – Uscito, in versione ridotta e con altro titolo, su “l’Adige”, 10 agosto 2020; “Alto Adige”, 10 agosto 2020) – Un anno fa, la sera dell’8 agosto si apre la crisi di governo M5s-Lega guidato da Conte: una crisi surreale, anche per la sua dinamica e il suo esito. In un comizio affollato di leghisti e di turisti al mare, sulla spiaggia di Pescara, da un palco allestito in quello che i locali chiamano “lo stadio del mare”, non lontano dal porto e dalla Nave di Cascella, Salvini dice: “Nel governo qualcosa si è rotto. Basta!”; scendendo tra i suoi pare che abbia detto: “Mi candido a premier”. È scontro aperto con Di Maio, alleato di governo, e con il premier di allora, sempre Conte. Salvini chiede elezioni anticipate. Si ritroverà con un governo Pd-M5s che lo manda all’opposizione e lo mette…

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Il “mio” Weber, e i nostri tempi

(Uscito, in versione e con titolo parzialmente diversi, su “l’Adige”, 23 giugno 2020; “Alto Adige”, 24 giugno 2020 – Pubblicato su questo sito il 24 giugno 2020) – Il 14 giugno del 1920 muore Max Weber, all’età di 56 anni. È una delle vittime della “spagnola”, la virulenta pandemia influenzale che colpì il mondo tra 1918 e 1920 e provocò milioni di morti (da 20 a 100, secondo le difficili stime che da allora sono state fatte). In questi giorni sono stati numerosi i profili che sono apparsi sui giornali per ricordarne la figura, profili ora più scolastici ora più riusciti. Qui vorrei ricordare il “mio” Weber, e perché aiuta a comprendere la modernità e il mondo contemporaneo. Weber lascia incompiuta parte cospicua della sua opera, e il suo pensiero ci è giunto più erratico di quanto riesca a restituirci ogni tentativo di sistematizzarlo e di congedarlo, sia quando lo…

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