Il paese delle meraviglie L’isola che non c’è. Tirannidi, sofismi, ipocrisie “Io nacqui a debellar tre mali estremi: tirannidi, sofismi, ipocrisia”[1]. O almeno a rendere faticoso il loro cammino, lasciando qua e là qualche pietra d’inciampo per i passanti che lo camminano distratti, senza prendersi il disturbo di strappare qualche velo con cui tirannidi, sofismi e ipocrisie s’adornano per rendere impensabile ciò che ha da restare impensato, spoglio di pensiero e al riparo di domande. Che il passeggiar del passante resti protetto dalla parola scomoda: questa affatica, rallenta o disordina il cammino del viandante. E pure tirannidi, sofismi e ipocrisie amano le comodità. Seconda stella a destra, questo è il cammino… NOTE [1] Tommaso Campanella. VIDEO L’isola che non c’è (Edoardo Bennato) (Pubblicato su questo sito il 1° aprile 2023)
Continua a leggere L’isola che non c’è. Tirannidi, sofismi, ipocrisieSfiducia e protesta nelle democrazie sotto-sopra
Sfiducia e protesta nelle democrazie sotto-sopra In Italia la sfiducia deborda. In Francia esplode la protesta. Scontro sociale sotto la cenere? Ah i sondaggi… Valgono quel che valgono, pochi dubbi. Ma (per quel che valgono, se valgono) valgono tanto nei giorni dispari, quanto in quelli pari: al di là del colore delle lenti con le quali ciascuno guarda il mondo. Un recentissimo sondaggio d’opinione dell’IPSOS-Italia[1] dedicato alla (s)fiducia nelle banche in Italia all’indomani del crack prima della Valley Silicon Bank, poi del Credit Suisse, mostra una forte mancanza di fiducia dei cittadini, sfiducia via via alimentata negli ultimi anni dalla pandemia da Covid e dalla sua gestione, dalla guerra russo-ucraina e dal coinvolgimento dell’Occidente, dell’Europa e dell’Italia, dal caro energetico, dall’aumento dell’inflazione e del costo del denaro, dalla lievitazione dei mutui. Nel presentare pubblicamente i risultati dell’indagine[2], il direttore scientifico dell’IPSOS-Italia, Enzo Risso[3], ha sottolineato che la forte e…
Continua a leggere Sfiducia e protesta nelle democrazie sotto-sopraIl ‘legno storto’. Versione d’autore, Kant e altre varianti
Il paese delle meraviglie Il ‘legno storto’. Versione d’autore, Kant e altre varianti Per tutta l’estate, fino a febbraio Sono andato in giro per obitori e monasteri Alla ricerca delle parti del corpo necessarie Gambe, braccia, fegati, cervelli e cuori Darò la vita a qualcuno, è quello che voglio fare Voglio creare la mia versione di te Deve essere l’estate del mio malcontento Portala con te ovunque tu sia andata? No. Loro parlano tutta la notte e tutto il giorno Ma nemmeno per un minuto credo a quello che dicono Porterò alla vita qualcuno, qualcuno che neppure io ho mai visto Tu sai cosa intendo, sai esattamente cosa intendo Prenderò parti di Zorba-AnthonyQuinn e di MarlonBrando-il Padrino Mescolerò il tutto in un carro armato e otterrò un robot-commando Se lo faccio in posizione eretta e con la testa in su, ben dritta La creatura che creo mi salverà Prenderò…
Continua a leggere Il ‘legno storto’. Versione d’autore, Kant e altre variantiSole nel tramonto di Raqqa, e un cappuccio rosso
Il paese delle meraviglie Curva di sole nel tramonto di Raqqa, e un cappuccio rosso. Favole e dolori di libertà Niente da aggiungere a questa canzone e a questo video. Se non che… Che la libertà è una cosa seria, che lacera. E che qui si parla di altri, di altri lontani, a noi persino estranei. Noi no. No, noi noi… Da noi la libertà abbonda. Per fortuna, che fortuna! Nel nostro pezzo di mondo la troviamo bella e servita anche nelle vetrine, e persino a pochi spiccioli. E, oltretutto, sappiamo bene come prendercene cura, come difenderla… che poi mica abbiamo il problema dei mitra che sporcano di sangue i nostri vestiti, lindi… e siamo liberi di sceglierne i colori e gli accostamenti e di cambiarli con dei nuovi, che ci bastano pochi clic su internet… senza che la strada ci terremoti sotto i piedi. E sì, la…
Continua a leggere Sole nel tramonto di Raqqa, e un cappuccio rossoDemocrazia, parola fatata. In festa tra Presa della Bastiglia e Crollo del Muro
Democrazia, parola fatata. In festa tra Presa della Bastiglia e Crollo del Muro. Polittico, con stella e convitato di pietra «Non pensate quello che io so che state pensando… Io lo so che state pensando… Se vi ho adunato qua, c’è una ragione.. Eh… la democrazia… La democrazia… Questa parola, questa parola fatata… Questa parola di luce… questa parola alluminta… Questo lampadario di parola Che il mondo dice… Uomini con tanto di barba che parlano di questa democrazia… Cos’è? Eh… Cos’è questa democrazia? Questa democrazia, dice… No… non è vero… Sì… dice… Eh, io capisco… voi adesso dite, adesso tu perché sei… e noi siamo… sai Eh no, cari amici» (Peppino de Filippo, I casi sono due. Scena: “La democrazia”. Autore: Armando Curcio. Portata in teatro da Peppino de Filippo dal 1945. Edizione televisiva del 1959) PANNELLO I Il 1989 e il “crollo” del Muro di Berlino sono simboli…
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Il paese delle meraviglie Giocattoli rotti, colori sbiaditi. I ricordi non possono essere comprati Giocattoli rotti e colori sbiaditi I ricordi non possono essere comprati e nemmeno essere scambiati con un caffè I ricordi ti fanno lo sgambetto mentre gironzoli per le vie, mentre il sole ti spoglia del maglione e ti arrotoli l’ennesima drumina, mentre l’occhio cade su manifestanti inghiottiti dal silenzio I ricordi si nascondono in un peluche o tra le righe di qualche libro regalato per un Natale a primavera. Ma non sono in vendita. E non li puoi vincere al tiro-a-segno di un lunapark, Un aperitivo con gli amici… e ne sei derubato, senza appello E un fiume di parole e di statistiche sull’attualità e sul mondo intero (quello afflitto o quello che gioisce o che si perde dietro al post fresco di giornata) non basta a impedire che corrano alla stazione e che un treno…
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La nostra ricca e civile società, gli inclusi e gli esclusi. Dove chi non serve o perde è da scartare I Personaggi che si addensano nella modernità della società del progresso, opulenta e civile. In una società liberale che ha messo al centro l’individuo e il suo legittimo utilitarismo degli interessi, affidandoli alla magica “mano invisibile” del mercato (che se poi tanto invisibile non è, pazienza). Una società globalizzata eppure frammentata. Ma non vivono lo scintillio dei rotocalchi, degli spot pubblicitari o della tv, l’iper-attivismo patinato e climbing delle professioni post-industriali, le colline splendidamente fotografate per i turisti fichi, le grazie dei cibi biologi, i salotti che paiono disegnati per essere immortalati in un museo. Sono l’ombra di un fantasma che s’aggira nei quartieri o nelle teste, o che vi si intrufola. Ma sono anche persone in carne, ossa e sentimenti, che vagano o “freneticano” quasi invisibili in molti paesaggi…
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Il paese delle meraviglie El silencio de Beethoven (Ernesto Cortazar, pianoforte) – (Pubblicato su questo sito il 9 marzo 2023)
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Il paese delle meraviglie Astolfo sulla luna (Atto unico. Scena unica – Anonimo XXI secolo) CARLO MAGNO: E Astolfo…? ARIOSTO: È rimasto sulla luna! CARLO MAGNO: Ma guarda un po’… Però… già che è lì potrebbe cercare Europa, cosa ne dici? ARIOSTO: Certo, Maestà… Sempre che ne abbia voglia… Sai come sono fatti i cavalieri… CARLO MAGNO: Lo farà. Il mio è un ordine, gentile, ma sempre un ordine. E tu, o mio poeta, ben sai che sotto il mio Impero, pontificato in San Pietro, agli Dei è riservato un occhio di riguardo… e, non dimentichiamolo, Europa è cara assai agli Dei… (Una voce da lontano) ASTOLFO: Sì… potrei anche cercarla, visto che gironzolo senza missione… Ma qui ci sono tante altre cose grandi e piccole, e meritevoli… Maestà, non mi chiedi cosa facile… Ma poi, Maestà, in tutta confidenza… cercare Europa sarebbe davvero un’impresa degna delle mie…
Continua a leggere Astolfo sulla lunaAbigail e la bolla. Ma prima fiato alle trombe
Il paese delle meraviglie Abigail e la bolla. Ma prima fiato alle trombe Questa è una storia di uomini e di donne, e di bambini. Di comunità e di singoli. Di dignità e di orgoglio. Di menti ristrette e nasi larghi. Di presenti amari e di domani dorati. Storia di vita e di morte. E allora si prende carta e penna, e si va all’inseguimento… Di cosa? Questo spetta a ciascuno stabilirlo, miei cari. Ciascuno affronti la sua bolla. La storia che fa da sfondo è storia di ingratitudine, di mancata reciprocità, e di preparativi di vendetta, di spargimento di sangue e di sofferenze a causa di un governante potente, stolto e piccolo-piccolo. E di una donna. Apparentemente umile e succube, che assurge a “eroina” di saggezza, accolta in un sogno. Un sogno infantile di struggente felicità perduta-e-ripescata? Forse. Un sogno che è solo camiciola di rimpianti? Forse. Sia come…
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