Sulla Comunità nell’epoca liberal-democratica. Elementi di teoria politica comunitaria (TERZA PARTE) – TERZA PARTE: La ‘neutralità impossibile’ dello Stato costituzionale Perché occuparsi della comunità nell’epoca liberal-democratica? Secondo la filosofia politica liberale le società libere e pluralistiche del nostro tempo sono tali in quanto perseguono e realizzano un obiettivo fondamentale: dare forma a uno spazio politico-giuridico nell’ambito del quale ciascun individuo (o gruppo di individui) vede riconosciuta e rispettata la propria “concezione del bene”, senza che lo Stato e le istituzioni pubbliche in genere pongano impedimenti all’una o all’altra concezione o ne favoriscano alcuna. È, questa, l’idea che definisce il “principio di neutralità” delle istituzioni pubbliche in uno Stato di diritto costituzionale, in una democrazia pluralistica, procedurale, laica, secolarizzata e “società aperta”. Questa pretesa liberale della “neutralità” dello Stato di diritto democratico: 1) esclude l’esistenza di una concezione etico-politica preferibile rispetto ad altre e che sia condivisa; 2) affida la regolazione…
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Il paese delle meraviglie ALLA SALUTE! DI CHI? IL SORRISO DELLA DIGNITA’ A grande richiesta, riecco il Tardis! Dove basta anche solo una canzone per viaggiare nello spazio e nel tempo. Nello spazio-tempo, ovvio. Non conoscevo questo brano e tanto meno il video. E ora invece sì, grazie a una persona che mi è cara (in uno dei modi che una persona può essere cara). E così, viste le molte richieste (una, ma convincente) di rimettere il moto il Tardis, dopo averci brevemente pensato, lo faccio. E lo faccio per brindare alla salute di coloro a cui non è dato brindare e alzare il calice “Alla salute!”. Ma perché a costoro? E chi mai sono? Chi non ha motivo di brindare? Gli sfigati (quale che sia la loro sagomatura)? Coloro che non possono festeggiare la salute perché… Perché sono stupidi e non capiscono l’importanza della salute? Cioè quelli ai quali…
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C’è vita oltre la legalità? Senso civico, senso critico, disobbedienza nella “democrazia rigida” Introduzione Secondo la teoria della scelta pubblica[1] gli uomini politici tendono a usare strategie manipolatorie nei confronti dei cittadini-elettori: li corrompono durante le campagne elettorali facendo le promesse più seducenti[2]; è prassi consueta che nel loro lavoro i politici siano generosi nell’appoggiare gli uni gli intrighi degli altri, con la conseguenza di favorire interessi particolari a danno dei cittadini che non giocano a questo tavolo. Un messaggio importante della teoria della scelta pubblica dice, sostanzialmente, che politici, burocrati e lobbisti vari si comportano in maniere opportunistica e/o particolaristico-utilitaristica, perseguendo i propri interessi e quelli dei gruppi di coloro con cui fanno “i loro affari”. Si tratta di un’immagine talmente cinica della politica, che invero non caratterizza nemmeno il pensiero del realista Machiavelli, bensì quello del machiavellismo dominante, di maniera e spicciolo a cui si rifanno coloro…
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La corruzione tra Bruxelles caput imperi e periferie europee Corruzione a Bruxelles. Democrazia e metastasi del corpo sociale «Si tratta di una gigantesca guerra economica sotterranea» che vede protagonista «la potenza finanziaria delle organizzazioni criminali» penetrate nelle istituzioni politiche europee e nazionali, e di cui tutt’ora fatichiamo a coglierne la diffusione e l’incidenza nella vita pubblica: vere e proprie «metastasi che destabilizzano in profondità le nostre società», di cui è persino impossibile calcolare con precisione il giro di affari che pesa sull’economia, e persino la plasma. Questo, in sintesi, il messaggio di allarme lanciato da Michel Claise[1], il giudice istruttore che, circa un mese fa, ha messo in subbuglio i palazzi di Bruxelles e la famiglia socialista del Parlamento europeo (dove appare coinvolto soprattutto il Pd, che rischia di esserne travolto). Il discredito pubblico, morale e politico, colpisce due universi (l’Unione europea e la sinistra) da tempo auto-proclamatisi campioni…
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Lucidità e tremore di Benedetto XVI, l’Inattuale. Eredità del “Papa della scelta”, che ha detto cose che andavano dette Ci sono molti che si dolgono della divina provvidenza perché lasciò peccare Adamo – sciocchi! Quando Dio gli diede la ragione, gli diede la libertà di scegliere, perché ragione non è altro che scelta, se no sarebbe stato solo un automa, un Adamo come appare nei teatri delle marionette (John Milton, Areopagitica, 1644) Ratzinger, il Papa della “scelta” e le sfide dell’iper o post modernità La storia ricorderà Benedetto XVI come il Papa della clamorosa e inedita “rinuncia” di un pontefice al magistero pietrino e come il primo “Papa emerito” (forse destinato a restare unico). Il suo dell’11 febbraio del 2013 fu un gesto epocale: “inaudito”, senza precedenti. In un sol colpo, a saperlo leggere, quel gesto ha secolarizzato in profondità la Chiesa di Roma, forse più di ogni…
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Né Spinelli, né Berlinguer. Non c’è santo per i ceri dei devoti ipocriti «Centomila euro per le vacanze di Natale? ‘Troppi, non possiamo fare come l’anno scorso’, si lamenta al telefono con il marito la signora Panzeri» (Libero). Già solo questa frase dice molto sulla corruzione “ai piani alti” di Bruxelles. Ma anche su come ragionano e si comportano in tema di corruzione coloro che sono stati colpiti dallo scandalo venuto alla luce in questi giorni: calcolano e giocano a nascondere il loro malaffare dietro un uso scaltro e spregiudicato della legalità. Da giorni i quotidiani italiani, chi più chi meno, aprono con titoli a caratteri cubitali sulla corruzione scoperta dai magistrati belgi in seno al Parlamento europeo e nel gruppo socialista. Gli accenti e commenti delle varie testate sono anche differenti, ma la sostanza sullo scandalo è la stessa e condivisa. È utile documentarli con una breve rassegna. Prendiamo…
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Orizzontalità e verticalità della politica: se mai significa qualcosa, dà da pensare…. Forse quella rivoluzione, che Imilla disegnava in lontananza, alta nel cielo, partendo da qualche punto tra il capo Horn e la regione antartica, forse è proprio quella rivoluzione, che è tanto più affascinante, quanto più sconosciuta ai geografi, la rivoluzione che in tutta la sua verticalità di iceberg surclassava l’orizzontalità di Ruben? Una nota in premessa. A proposito di un romanzo sulla rivoluzione, dell’incontro tra un uomo e una donna, e dell’uso che qui ne faccio In questo articolo ho fatto miei, riproponendoli in modo selettivo (ora alla lettera, ora nello spirito, ora in silenziosa libertà, ora con mie interpolazioni), alcuni passaggi di un “romanzo politico” della seconda metà del Novecento[1]. L’uso che faccio del materiale romanzesco è un espediente narrativo attraverso cui delineo un embrione di quadro concettuale che credo proficuo per riflettere sul tema dell’azione politica;…
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Tempeste e bicchieri tra Francia, Italia, Unione Europea e Ong. E poi ci sarebbero anche le migrazioni, che un Macron prende a suo modo sul serio, che un Salvini non riesce a farsi prendere sul serio, che una Meloni ci prova, che un Conte e un Letta sono in tutt’altro affare affaccendati. Sotto il vigile balbettio di Bruxelles e un Quirinale enigmatico che conversa a un altro tavolo… Ma qui si parlerà di cose meno frizzanti. A qualcuno fischieranno le orecchie, a qualcun altro non sarà possibile. E agli altri? Per chi cerca letture con più appeal e mordace elettricità, cerchi altro, cerchi altro su cui posare gli occhi per leggere. In giro non mancano… e buona fortuna. Roma e Parigi ai ferri corti, l’Unione Europea balbetta Attraversare le tempeste cercando di contenerle in un bicchiere. Questa sembrerebbe la filosofia e la strategia politica con cui spesso l’Unione Europea…
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Sulla Comunità nell’epoca liberal-democratica. Elementi di teoria politica comunitaria (SECONDA PARTE) — SECONDA PARTE: LA COMUNITÀ NEL PENSIERO POLITICO. UN ABBOZZO STORICO-INTELLETTUALE I. Nel linguaggio accademico contemporaneo, e nella cultura politica che vi si alimenta, il termine di comunitarismo designa un movimento di idee e un filone di teoria politica che si è affermato negli Stati Uniti, a partire dall’inizio degli anni ’80 del XX secolo, in reazione alla crescente dominanza della concezione (neo)liberale della vita collettiva. Incardinato sulla difesa delle “ragioni della comunità” di fronte a una visione della società e della storia che tende ad assolutizzare l’individuo e la sua razionalità, il comunitarismo ha alle spalle una storia assai più lunga – tanto che la sua ondata contemporanea è spesso chiamata neo-comunitarismo. Come in altri casi, anche in questo il mutamento delle etichette tramite l’uso di prefissi quali neo- o post- tiene viva l’attenzione sull’antichità della “cosa”…
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Sulla Comunità nell’epoca liberal-democratica. Elementi di teoria politica comunitaria (PRIMA PARTE) PRIMA PARTE: RIPENSARE LA COMUNITA’ OGGI. BREVE INTRODUZIONE Preambolo «Stiamo attraversando anni di oltraggio alla democrazia liberale, e questo enorme disprezzo non s’è certo esaurito. Ci è stato detto che tutto ciò che c’è di orrendo nel nostro tempo è colpa del liberalismo, o peggio, del neoliberalismo… È stato incolpato di tutta l’infelicità del mondo. I predicatori di una nuova felicità si chiamano, vantandosi, post-liberali. Talvolta uno si deve stropicciare gli occhi di fronte all’intensità dell’odio per la democrazia liberale: questi stolti capiscono ciò che stanno dicendo? (…) Questo è populismo». Dato che l’autore[1] di queste parole è un intellettuale, considerato tra i più influenti nell’area progressista statunitense, mi chiedo da quali libri e studi abbia tratto le sue conclusioni e i suoi giudizi che liquidano come stoltezza populista le critiche che da tempo investono la cultura…
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