(Uscito su “Trentino”, 31 gennaio 2017; “Alto Adige”, 31 gennaio 2017 – Pubblicato su questo sito il 28 maggio 2019) – Anche Bruce Springsteen. Ad attaccare apertamente il neo-presidente americano Trump è sceso in campo anche lui. Il cantautore-rock americano, stella dello star-system mediatico internazionale. In occasione dell’insediamento di Trump alla Casa Bianca abbiamo assistito, come già nei mesi di campagna presidenziale e dopo la vittoria di Trump su Hilary Clinton, a una vistosa e pubblicizzata mobilitazione di piazza “contro”: a Washington, qua e là negli Stati Uniti e anche in Europa. Tra gli slogan più gettonati: “È l’ora di una nuova resistenza!”. E, così, pure il cantore di “Burn to run” e di “Working on a dream” non ha esitato: “I nostri cuori e il nostro spirito sono con i milioni di persone che ieri hanno marciato: siamo parte di una nuova resistenza!”. Qui non mi interessa soffermarmi su…
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Alla ricerca di democrazie migliori
(Uscito su “l’Adige”, 28 marzo 2019 – Pubblicato su questo sito il 20 maggio 2019) Abbiamo un problema politico serio: la ricerca di democrazie migliori si è spenta. Dovrebbe preoccupare tutti. Anche il Pd di Zingaretti. Ma vediamo di cosa si tratta. Per una lunga stagione la democrazia occidentale ha interpretato il “consenso neoliberale”. Politica, economia e politiche pubbliche “ortodosse”, dominanti dagli anni ’70 e vaticinate in Europa da Bruxelles, hanno guidato non solo governi di centro-destra ma pure di centro-sinistra. Si è così consolidata la “politica pro-sistema” caratterizzata dall’obiettivo di difendere e diffondere il sistema di vita neoliberale: i suoi modelli di produzione e distribuzione della ricchezza, di uso delle risorse materiali e immateriali, la sua cultura, i suoi valori. In coincidenza con la crisi economica iniziata nel 2007, con l’emergere di problemi migratori epocali e l’incapacità a porvi rimedio, il consenso popolare al sistema neoliberale oggi è calante…
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