Il paese delle meraviglie Prendere parola è libertà? Ma io dovevo fare del cinema… L’industria culturale ha perfidamente realizzato l’uomo come essere generico. Ognuno è solo ciò per cui può sostituire ogni altro: fungibile… Egli stesso, come individuo, è l’assolutamente sostituibile, il puro nulla, ed è ciò che comincia a provare quando, col tempo, finisce per perdere la somiglianza (Max Horkheimer e Theodor Adorno, Dialettica dell’illuminismo, 1944). Vale anche per l’intellettuale? Lettore, non farmi questa domanda… Che poi, io dovevo fare del cinema… Massì, dovevo fare proprio del cinema… Per favore, signori, un po’ di attenzione… Il Signor Silenzio, nostro ospite d’onore, chiede ascolto… Dopotutto è quel che si fa quando si è al cinema… – VIDEO Dovevo fare del cinema (Gian Piero Alloisio) (Pubblicato su questo sito il 24 maggio 2023)
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Dopo il Giorno della memoria. Quali lezioni per la democrazia di oggi?
(Uscito, in versione più breve, su “l’Adige”, 5 febbraio 2020 – Pubblicato su questo sito il 9 febbraio 2019) – Dopo il Giorno della memoria, arrivano i giorni successivi. C’è altro da dire sull’Olocausto, orrore dell’epoca contemporanea? Sì. I riti pubblici della memoria, specie quelli ufficiali e istituzionali, quelli integrati nel canone del calendario della memoria, sono momenti commemorativi di eventi (o personalità) che una comunità politica identifica come simboli della sua storia, dei suoi valori e della sua identità collettiva. Il simbolo attivato dalla memoria pubblica è strumento di comunicazione con cui una comunità politica esprime “chi è” e “chi vuole essere”. I riti collettivi si muovono sulle corde del pathos e della retorica, ora genuine ora di maniera. Ma per una democrazia sono anche occasione per riflettere criticamente su se stessa, sul suo presente e futuro, oltre che sul suo passato. Archiviati pathos e retorica celebrativi, la riflessione…
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