Il paese delle meraviglie Ai principianti assoluti, esclusivamente E una mattina d’estate, ecco che un bimbo sotto il sole, tra le ondine del bagnasciuga, fisso, guarda una conchiglia verdastro striata, rilucente di mare, che gli sta innanzi. Dolce. “Ma quanto poteva essere dolce dopo… dopo cent’anni di cammino vai e vieni dal porto, quel bimbo immobile incantato e culetto a terra?” – fu il pensiero di un uomo finito lì per caso, sotto le larghe tese di un cappello che lo faceva stanco cowboy senza prateria. “Ma diavolo d’un bambino, che ci fai con sto sguardo smarrito e tentacolare su queste conchigliette perdute dal tempo?”. Il bambino con capiva, o forse le parole non gli arrivavano sommerse com’erano dai risciacqui di un mare che andava agitandosi. Ma lo smarrimento era del cowboy. Ad esempio quando gli occhi del pensiero gli cadevano su una chitarra intrespolata in un angolo, scordata…
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Mare mare mare, il mare è provocazione
Il paese delle meraviglie Mare mare mare, il mare è provocazione Gli antichi latini dicevano: “Loda il mare e tienti a terra”. Erasmo fa dire a un suo personaggio: “Che pazzia affidarsi al mare!”; Cervantes mette in bocca a Sancho Panza: “Se vuoi imparare a pregare, vai per il mare””. Elemento ostile, il mare che si proietta su scogli scoscesi, selvaggi, acuminati; che azzuffa di venti furiosi o impertinenti le coste. E’ ingannevole anche quando è dolce, docilmente adagiato, immobile, su se stesso, che manco un soffio lo increspa. Sereno e amorevole, improvvisamente si corruccia e ruggisce, tempestando su tutto ciò che incontra tutta la sua collera, come la tempesta che all’ultimo istante divide Isotta dal suo amato. Chissà perché… Il mare è superficie smossa dai blu-azzurri, dai verdi, dai turchesi, dai rossi o dorati arancioni risplendenti sotto i raggi del sole o zittiti dalle mille sfumature del grigio,…
Continua a leggere Mare mare mare, il mare è provocazioneLa chiave è perduta. Musicista, suona!
Il paese delle meraviglie LA E’ CHIAVE PERDUTA – MUSICISTA, SUONA! Musicista ascolta… la chiave è perduta… Che Dio salvi la ragazza! E’ una ragazza istruita. Se ispirata scrive, sa scrivere. E sa anche leggere, legge. Ora se ne sta vicino a un fiume, musica nelle orecchie. Qualcuno dice che sia in vacanza, vorrebbe scrivere una lettera o un romanzo, improvvisando la punteggiatura, le frasi e gli a capo, ma gli sbadigli e il compleanno la distraggono. E’ stata sulla luna. Ora prende a calci la luna. Musicista ascolta… la chiave è perduta.. Gli episodi di un tempo non bastano più. Né i fiori, né la palestra. Da qualche parte deve pur esserci dell’altro… un po’ d’aria, una pastasciutta, un cacciavite, un jet per volare, una fotografia nuova in bianco-e-nero, cioè a colori… E’ una ragazza istruita. Sa scrivere. E anche leggere. Le parole sono la sua guardia del corpo,…
Continua a leggere La chiave è perduta. Musicista, suona!La figlia di Joker e la storia che continua (ma niente di che, passe-temps)
Il paese delle meraviglie LA FIGLIA DI JOKER E LA STORIA CHE CONTINUA Qualcuno era comunista perché… Qualcuno voleva fare l’americano perché… Qualcuno voleva andare sulla luna perché… Qualcuno invece voleva scendere dalla luna perché… Qualcuno… io so testardo… perché… Qualcuno correva lungo the long and winding road perché… perché c’era il passo e c’era l’incanto… Qualcuno era like a rolling stone perché… Qualcuno era help me making through the night perché… perché girl, you’ll be a woman soon Qualcuno era here there and everywhere perché yestarday… Qualcuno cantava belli capelli perché… perché buonanotte, buonanotte fiorellino… Qualcuno voleva scendere dal mondo perché… perché… perché… … … … … … … … … … … … … … … … … … E la storia continua, continua… E allora? La aggiornerò? Può essere, perché no?…
Continua a leggere La figlia di Joker e la storia che continua (ma niente di che, passe-temps)La prima rosa di primavera. In memoria di… (O del saluto del Dottore)
(Pubblicato su questo sito il 21 agosto 2020) – Il paese delle meraviglie LA PRIMA ROSA DI PRIMAVERA. IN MEMORIA DI… (O DEL SALUTO DEL DOTTORE) Erano giorni di fine inverno, stava arrivando la primavera. Erano giorni in cui molti vecchi furono abbandonati dalla vita e dal mondo che trattenevano tra le dita, a volte annegati in una pioggia dal cielo, invisibile, che danzava nell’aria. E chi l’avrebbe detto. Erano i giorni dei ragazzi spazientiti, sbruffoni il giusto, che si guardavano l’ombelico più di quanto fosse ragionevole a farsi a quella età e in quel momento: “Cazzo, io sono giovane! Mi devo divertire!” Taciamo dei politici e degli esperti mediatici. Taciamo dei “ristoranti cinesi” di un razzismo che non c’era, almeno lì. Taciamo. Ne abbiamo da tacere… E ora? Ora non si capisce bene. Sembrava tutto sotto controllo, tutto più calmo… via con l’aperitivo e anche con i ristoranti cinesi……
Continua a leggere La prima rosa di primavera. In memoria di… (O del saluto del Dottore)Estate al mare. Il tempo, le conchiglie e i bambini
(Pubblicato su questo sito il 22 luglio 2020) – Il paese delle meraviglie ESTATE AL MARE. IL TEMPO, LE CONCHIGLIE E I BAMBINI Tutti al mare! Tutti al mare! Frugali e spendaccioni di tutta Europa unita, unitevi!. Sarà la politica del dopo lockdown, poi pagheremo all’Europa, all’UE con il recovery fund. Sereni… Tutti al mare! Beh tutti… non proprio tutti. Si fa per dire. C’è chi va in montagna e chi in campagna, chi a visitar città d’arte o storiche, o dove si mangia bene (perché non è che si mangi bene dappertutto, cari miei). Ma insomma, finalmente vacanza! Poi, però, ci sono anche quelli, che per una ragione o l’altra, in vacanza non ci vanno: né mare né montagna, né città d’arte né campagna. Stanno tra le pareti di casa. Ci sono, ci sono. E poi ci sono i bambini, che fanno storia a sé. I fanciulli, per meglio…
Continua a leggere Estate al mare. Il tempo, le conchiglie e i bambiniIl capitano, un uomo e il poeta. Per chi vuole, per gli altri il recovery fund
(Pubblicato su questo sito il 18 luglio 2020) – Il paese delle meraviglie IL CAPITANO, UN UOMO E IL POETA. PER CHI VUOLE, PER GLI ALTRI IL RECOVERY FUND Sono venuto a trovarti, capitano; voglio svegliarti, capitano. E mettiamo da parte il tuo valore, che se la veda con le onde del mare, che se la rida delle seppie e dei calamari, che forzi le correnti a fissare il naufragio a un’ora prima che la nave affondi, sempre a un’ora prima… mentre gli dèi si confondono, non si capisce se offesi o ammirati. Raccontami la tua canzone marina, quella che solca la tua testa e il tuo cuore, che sembra una ballerina che ti guarda, stella su di un cubo, muta, dai confini della terra, dalla pubblicità del mondo, mentre il mondo continua a giocare con le carte. E’ il capitano che si mostra ma che è ben nascosto nella…
Continua a leggere Il capitano, un uomo e il poeta. Per chi vuole, per gli altri il recovery fund“Chiamatemi Ismaele”. Intorno a Moby Dick
(Pubblicato su questo sito il 27 giugno 2020) – Il paese delle meraviglie «Chiamatemi Ismaele”, dice. E la testa a Moby Dick Dice: «Chiamatemi Ismaele». E chiamiamolo Ismaele, allora. È il nome che gli ha dato il padre? (e la madre non conta? Beh, questa è un’altra storia). O forse il nome se l’è dato lui? Può essere. Chiamiamolo comunque con il “suo” nome. Lo faccia anche chi dissente, o chi gli disconosce il nome e gliene dà un altro, un nome che vede in lui un eroe oppure che lo disprezzi come “mala erba”, che gli susciti infinito smarrimento, sentimenti di compassionevole o, perché no?, colpevole perdizione. Un disadattato? Un fallito? Il destino, più o meno “cinico e baro” ma tremendo quando ci si mette? Scegliamone pure noi il nome, se è ciò che vogliamo, ma questo sarà il “nostro” nome. Non il “suo”. Ma ascoltiamolo… Dice della terra,…
Continua a leggere “Chiamatemi Ismaele”. Intorno a Moby DickPenny Lane, e il barbiere
(Pubblicato su questo sito il 18 aprile 2020) – Il paese delle meraviglie Penny Lane, e il barbiere Ora mi siedo. Su il sipario. Si torna indietro. A Penny Lane c’era un barbiere, in vetrina tutte le foto delle teste che aveva conosciuto e rapato con piacere. Quante persone andavano e venivano! E quanti ciao alle foto, alle teste… Ma davvero? All’angolo, un’auto che sfrecciava, e impolverava un insolito banchiere sempre in impermeabile e papillon. E i bambini ridevano. La pioggia di Penny Lane riempiva, battente, orecchie e occhi straniti sotto il cielo blu di periferia. C’era un pompiere fissato con la clessidra, in ritardo sull’incendio. Si diceva che avesse in tasca, sempre con sé, un ritratto della regina, ma forse era la mamma. L’autopompa sempre lucida. Gli occhi spalancati di sera, di giorno le orecchie affollate di parole. Ma chi ci crede? Sul cartellone, all’incrocio, un vasetto di pesciolini…
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