No democracy without politics. Altrimenti lo spettro orwelliano, in abito democratico, s’intende. Ben pochi oggi sarebbero disposti a sacrificare le loro libertà per il bene della società. Nella “società liquida” dell’individualizzazione, osserva Bauman, «non è la libertà individuale che deve legittimarsi per la sua utilità sociale, ma è la società che deve legittimarsi in termini di servizio reso alla libertà del singolo». Il “bene comune”, insomma, non va per la maggiore. Sotto il regno del Covid, questa asimmetria tra libertà individuale e bene comune pare essersi eclissata, a favore del bene comune “salute e vita”, ma in realtà ciò che mobilita il grosso della cittadinanza a favore del vaccino è la paura, il legittimo, sano e naturale istinto “particulare” a difendere se stessi e i propri cari dalla minaccia virale: la paura fa 90, ma il bene comune non vive di solo di paura. Se allarghiamo lo sguardo, l’individualismo libertario…
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Dov’è finita l’Europa? La lezione (dimenticata) della crisi greca, ai tempi del coronavirus
(Uscito, in versione ridotta e con altro titolo, su “Trentino” e “Alto Adige”, 14 luglio 2015 – Pubblicato in versione aggiornata su questo sito il 28 marzo 2020) – Scrivevo nel 2015, e ci rifletto ancora oggi. Di fronte all’emergenza del coronavisus. Che è anche crisi dell’Unione Europea, per ragioni che vengono da lontano, politiche e “strutturali”. Oggi in molti s’affaccendano ad “argomentare” che l’Ue va ripensata, che così com’è non funziona. Bene. Ma dove hanno vissuto in questi anni, quale film hanno visto e hanno raccontato, spiegato, raccomandato? La storia è sempre la stessa: è importante cosa si dice. Ma anche chi lo dice. Con buona pace anche della star del momento: l’intelligente Mario Draghi, che arriva un po’ in ritardo, ma sempre 5 minuti prima di altri, e sempre per gestire ed ottimizzare un modello di società e di Europa dove si cambia di tutto e di più…
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