Pd, una crisi che viene da lontano. Proprio niente da imparare da una vecchia scommessa socialdemocratica?

(Pubblicato, con altro titolo e in versione leggermente diversa, su “Mondoperaio”, n. 7-8, 2018 – Pubblicato su questo sito il 30 agosto 2019)

«Scendere sotto la soglia del 20% sarà la fine della sinistra». Così Gian Enrico Rusconi dichiarava alla stampa pochi giorni prima del voto del 4 marzo. Per quanto l’asticella del fallimento fissata da Rusconi fosse generosamente bassa, il Pd non ce l’ha fatta a superarla, nemmeno se ai suoi voti si sommano quelli dei neo-nati Liberi e Uguali. Il tracollo del Pd alle elezioni è fuori discussione, e a suo modo anche il risultato deludente di LeU. La diaspora piddina ha ucciso la sinistra o quel che di essa restava? Il segretario uscente del Pd ed ex presidente del Consiglio Renzi è stato in prima linea in questa débâcle. Ma tutto ciò non esaurisce la storia e le ragioni di questa acuta crisi della sinistra. La crisi arriva da lontano e le sue ragioni sono profonde.

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One Reply to “Pd, una crisi che viene da lontano. Proprio niente da imparare da una vecchia scommessa socialdemocratica?”

  1. Berlinguer penso sia stato l’ultimo baluardo della sinistra,poi dalla caduta del muro di Berlino la discesa è stata veloce,spinta anche dalla nuova fase neoliberista e l’evidente globalizzazione.Quando si usa il termine sinistra per indicare il PD mi viene l’orticaria,o si sono dimenticati del concetti fondanti l’ideologia di sinistra o approfittano dell’ignoranza di tanti purtroppo e ci prendono per il naso.Se invece intendono la sistemazione nell’ambito dell’emiciclo parlamentare allora parliamo di un altra cosa.Non dico riportare in vita la redistribuzione del plusvalore marxista perchè il nostro contesto è evidentemente liberista con buona pace di tutti,ma quantomeno fare qualcosa di sinistra vera per una maggiore uguaglianza,smussare un attimo le disuguaglianze esplose prepotentemente con la globalizzazione.Periferie dimenticate,accordi evidenti con il berlusconismo imperante..editoria,conflitto di interessi,parti sociali emarginate,non invitate a rinnovarsi, etc.La richiesta di redistribuzione e maggiore uguaglianza sventolata da tanti in italiano si chiama semplicemente..socialdemocrazia…ma la parola fa paura.Basta una persona con la felpa che gira le piazze e sempre presente dove c’è un piccolo problema per farlo identificare agli occhi di tanti come il salvatore della patria!!!Ormai la giacca e cravatta della sinistra italiana non fa moda,tendenza,è irritante,ancora oggi si fa manovrare da Renzi. Questa è la nostra politica..niente statisti,niente programmi,niente lungimiranza,niente coerenza.,democrazia ai minimi termini….Dice bene Massimo Cacciari,l’italia andrebbe riformata dalle fondamenta.

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