Il paese delle meraviglie
La storia, magister vitae che dorme nel fondo dei Sand Creek.
Piccola antropologia politica della convivenza tra diversi
La storia è magister vitae che dorme nel fondo dei Sand Creek. Direbbe il poeta, correggendo Cicerone con due goccioline di antropologia politica della “convivenza tra diversi”. La storia non si ripete mai allo stesso modo, lo sappiamo. Eppure, a chi ha occhi per vedere, o anche solo intravedere…
Il Sand Creek è un corso d’acqua, affluente del fiume Arkansas. Scorre nell’odierna Contea di Kiowa, nel Colorado. Lì, il 29 novembre del 1864, mentre gli uomini erano impegnati nelle battute di caccia ai bisonti che costituivano primaria fonte di sussistenza delle comunità indigene, 600 persone di etnia Cheyenne e Arapaho, essenzialmente donne, bambini e vecchi, vennero colti di sorpresa e attaccati dall’esercito degli Stati Uniti. Nonostante i trattati di pace tra i capi delle comunità locali e il governo statunitense, bambini, donne e vecchi vennero torturati e massacrati nel loro accampamento temporaneo nei pressi di un’ansa del Sand Creek dalle milizie nordamericane comandate dal colonnello Chivington e formate da 700 soldati.
Il numero dei morti tra i nativi americani è rimasto difficile da stabilire, ma nelle testimonianze (statunitensi) dell’epoca si parla comunque di numerose decine ovvero di alcune centinaia di persone.
Gli autori della strage vennero ritenuti responsabili della strage da una commissione d’inchiesta degli Stati Uniti, ma non subirono alcuna misura punitiva. Nel 2007 il luogo è stato dichiarato Parco nazionale storico degli Stati Uniti.
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«Quando il sole alzò la testa tra le spalle della notte
C’erano solo cani e fumo e tende capovolte
Tirai una freccia in cielo
Per farlo respirare
Tirai una freccia al vento
Per farlo sanguinare
La terza freccia cercala sul fondo del Sand Creek»
«Ora i bambini dormono nel letto del Sand Creek»
(Fabrizio de André, Fiume Sand Creek)
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Fiume Sand Creek (F. de André)
(Pubblicato su questo sito l’8 ottobre 2023)