Io accuso… sì, j’accuse!

Io accuso…

Esercizio civile e spirituale, fuori dal tempo. Ma non dalla storia

 

Con la debita deferenza che devo alle istituzioni. Ma anche con il rispetto che devo a tutti coloro che non trovano ascolto e a me stesso…

 

Io accuso… sì, j’accuse!

 

Accuso le classi dirigenti nazionali, ma anche quelle europee ed internazionali.

Accuso governo e parlamento, corte costituzionale, corti giudiziarie e magistratura.

Accuso le istituzioni sanitarie e quelle della scienza.

Accuso mezzi di comunicazione di massa e intellettuali.

E accuso anche i cittadini, tanti e troppi, sostenitori o facilitatori, più o meno fervidi miopi o passivi, del corso delle cose. E seminatori di odio sociale. Si poteva evitare. Già si aveva molto da fare e da pensare con un malefico virus che tutt’ora non è dato sapere come e da dove ci sia precipitato addosso. Già si aveva molto da fare e da pensare con uno sconcertante carosello di vaccini, dosi e richiami somministrato alla cieca.

Vi accuso per le cose che avete affermato nel corso degli ultimi tre anni, e per quelle che avete negato. Vi accuso per le cose che avete omesso e per quelle che avreste dovuto dire. Vi accuso per molte delle cose che avete fatto e per molte di quelle che invece avreste dovuto fare e non avete fatto.

Non sono un magistrato. Sul caso Covid-19 non faccio questioni di legalità o di responsabilità giudiziarie. Esiste anche un altro tipo di responsabilità, ed è di questa che vi accuso: di responsabilità etico-politica, se vi interessa, e se riuscite a trattenervi dal sorridere o dal deridere. Allo stesso tempo, la mia è un’accusa di “sragionevolezza collettiva”, una sragionevolezza che ha segnato il clima degli ultimi tre anni, che non vi siete risparmiati di alimentare, con tanto di spargimento di odio sociale, di discriminazioni e di divisione del Paese. Questa sragionevolezza collettiva è il mare che, nel profondo delle correnti come nella superficie delle onde, offre ospitalità, nutrimento e complicità (consapevoli o meno) a menti fumose e contorte, a report segreti, a interessi e intrighi che non sfigurerebbero in un romanzo distopico. Immagino quali saranno le vostre reazioni, non me ne curo: sono scontate, all’insegna del “dagli al complottista”, “dagli al negazionista”, “dagli al dietrista”, o il silenzio. Verrebbe da sorridere, sbagliate bersaglio. Vi siete eletti a “casta pura” e avete costruito i vostri “intoccabili”. Quanta supponenza in questi vostri giudizi, appioppati un tanto al chilo! Quanta malafede o superficialità, quanta ignoranza e persino ingenuità. I “negazionisti” siete voi, voi che negate interessi e intrighi, e il “dietro le quinte” che accompagna ogni scena e messinscena delle vicende storiche e della vita degli uomini e delle donne; voi che non sapete distinguere un complottologo da un complottista, un dietrologo da un dietrista; voi che non riuscite nemmeno a immaginare quanto la complottologia e la dietrologia possano essere “scienze serie”… E a pensare che vi riempite, mattino e sera, le tasche di scienza e di diritti.

Le mie accuse non sono meno apodittiche di quanto lo siano state le vostre difese e i vostri attacchi, a questo punto. A questo mi avete portato con il vostro rifiuto o con la vostra incapacità di ragionare, di ragionare insieme e di sostenere il confronto, con il vostro semplificarvi la vita. No. La vita non è semplice, tanto meno quella collettiva. Ma voi avete voluto giocare una partita tutta “in bianco e nero”: la partita dei “buoni” contro i “cattivi”, dei solidali contro gli egoisti, dei “razionali” contro gli “irrazionali”, dei virtuosi contro i peccatori dell’umana comunità. Mi dispiace, ma le cose non stanno così. E poco importa se a pensarla in questo modo siate tanti e in maggioranza (lo erano anche coloro delle “tristi epoche” del passato): i vostri argomenti (quando ne usate) sono fragili, contorti, contradittori; spesso cambiate le carte in tavola con un ad “hochismo” impressionante: veri saputelli arroganti e conformisti, abili nel gioco delle tre carte. Ma siccome i vostri sono gli argomenti dei “tanti in maggioranza”, eccovi cullarvi a pensare di avere la ragione, quando invece avete semplicemente la forza. Certo, anche la forza ha una “sua ragione”… Eppoi discettate, sensibili e politicamente corretti, sul rispetto e sui diritti delle minoranze. Parole, parole, parole…

Ad altri, se lo vorrà, il lavoro di dettagliare le prove della mia accusa, di indagare e di articolarne gli argomenti e la casistica, che personalmente ho altrove abbozzato. Il mio dovere ora è un altro: denunciare pubblicamente e chiedere conto delle vostre scelte e delle vostre prese di posizione irragionevoli. Se l’acqua stagna ed è pestilenziale (e lo è), se si è impotenti, almeno che vi si getti un sasso. Non ho mai sottovalutato i disastri del virus, ma nemmeno quelli delle scelte compiute per fronteggiarli e che altri disastri han prodotto. In questa brutta storia io non mi sento innocente. E però scaglio la mia pietra. In quello stagno pandemico, emergenziale e brutalmente discriminatorio che ancora continuate a disegnate, a cullare per inseguire una normalità che solo voi vedete; una normalità patologica che rende insana la politica e la scienza, la comunicazione e il discorso pubblico, l’intera società e le persone. E che ha avvelenato la vita di troppe persone, con conseguenze che perdurano, forse indelebili. Ma questa vostra normalità è solo apparente, perché è una normalità lacerata e incerottata, costruita sulle spalle di capri espiatori, facendo di tutta l’erba un fascio grossolano, sotto lo stigma “no vax” e “no green pass”, e sfigurando tutti i motivi (tra loro differenti non per dettaglio) di resistenza alla vaccinazione anti-Covid e alla “tessera verde” a incivile, irrazionale e immorale attentato contro la salute pubblica e il prossimo, a impedimento della libertà di tutti.

Ma davvero, governanti e governati, credete che con le vostre scelte e i vostri atteggiamenti avete in questi anni perseguito la salute e la libertà? Ma la salute e la libertà di chi? Non quella di chi non se la sente (sentiva) di iniettare e sperimentare sul suo corpo il vaccino; non quella di chi rifiuta (rifiutava) di esibire un pass per poter lavorare e vivere. E, in fondo, non avete perseguito neppure la vostra salute e la vostra libertà, poiché quando non si rispettano e non si difendono la salute e la libertà di coloro che si trovano in minoranza, quando si calpestano i diritti e le garanzie costituzionali delle minoranze di una cittadinanza, tanto la libertà quanto la salute diventano un simulacro per tutti: anche per voi.

La tirannia della maggioranza non è una fantasia di Tocqueville, è una legge politica che non vale solo nei giorni dispari, ma ogni qualvolta che vengono chiusi o calpestati gli spazi del confronto e la legittimità del dissentire e, in caso estremo, di opporre una disobbedienza civile al corso imperante delle cose. No, la libertà e la salute di cui parlate e che perseguite (che avete perseguito) sono la libertà e la salute della paura: un fantasma della salute e della libertà tenuto in vita da discriminazioni e proscrizioni che poco o nulla hanno a che fare con una società civile o con la dignità umana. E mi parlate di “società aperta” e di scienza! E mi parlate di salute e di normalità! Quanta cecità nel dispensare patenti di solidarietà e di razionalità a voi e di egoismo e di irrazionalità agli altri!

Se non foste adulti e “vaccinati”, se non aveste ruoli di rilievo o peso nella vita collettiva, direi che siete solo dei bambini indispettiti che rivogliono i loro giocattoli, “whatever it takes”: non importa di cosa questi giocattoli siano macchiati quando (e se davvero) ritorneranno tra le vostre mani.

Voi avete paura e diritti e diritto alla paura: ovvio, almeno per me. Lo riconosco. Ma non vi rendete conto che non siete i soli ad averceli, che anche coloro che continuate sragionevolmente ad additare come causa dei vostri mali hanno diritti o paure non meno di voi. Voi di questo non vi curate.  Ma non solo non ve ne curate, lo negate: di fatto e forti di leggi varate ad hoc e oggi sottoposte a inchieste giudiziarie (che chiamano in causa molti esponenti di governo) e a questioni di legittimità costituzionale, come ad esempio è il caso dell’ordinanza che un’alta corte dello Stato italiano (il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Sicilia) ha inoltrato alla Consulta, la quale con impeccabile stile anodino l’ha respinta. Non così è stato nelle scorse settimane, ad esempio, in Spagna.

Per tre anni si è fatto strame dei diritti, dei timori e dei dubbi altrui, nel nome di una “scienza chiavi in mano” che imbarazza la stessa scienza. Di questa “strage civile” di innocenti io vi accuso. Si doveva evitare.

“Ci sarà pure un giudice a Berlino…”, pensò il mugnaio di Potsdam ingiustamente espropriato del suo mulino. Ma anche se tutti i giudici di tutte le Berlino hanno altro a cui pensare, lo stesso vi accuso. Non davanti al tribunale di Dio, non davanti al tribunale della storia, non davanti al tribunale della vostra coscienza. Ma davanti al tribunale della mia coscienza. Per questo accuso anche me stesso, per non aver saputo fare meglio di quanto abbia effettivamente fatto in questi tre anni. Accuso me stesso di non aver reso pubblica prima la mia accusa (la cui stesura originaria data gennaio 2022). Accuso me stesso di essermi, a mio modo e nonostante tutto, reso complice di una miope e arrogante, vessatoria e dolorosa pagina di inciviltà.


(Pubblicato su questo sito il 7 febbraio 2023

4 Replies to “Io accuso… sì, j’accuse!”

  1. Un j’accuse vibrante che ha risonanza dentro di me per quel senso d’impotenza davanti alle vittime, alle palesi menzogne, alle violazioni della Costituzione più bella del mondo…
    E’ accaduto qualcosa di molto grave e tanti , troppi che avrebbero dovuto vedere, non hanno voluto vedere. Per pavidità, servilismo, quieto vivere, paura, complicità.
    Che dire ? Nulla di più di quanto qui non sia stato detto.
    Mi riecheggiano le parole di José Saramago dal discorso per la cerimonia del Nobel : “Ciechi. L’apprendista ha pensato: «Siamo ciechi», e si è seduto a scrivere il romanzo Saggio sulla cecità per ricordare a chi lo andasse a leggere che noi usiamo in modo perverso la ragione quando umiliamo la vita, che la dignità dell’essere umano è tutti i giorni insultata dai potenti del nostro mondo, che la menzogna universale ha preso il posto delle verità plurali, che l’uomo ha smesso di rispettare se stesso quando ha perduto il rispetto che doveva al suo simile.”

  2. che dire? siamo tutti colpevoli.qualche paese occidentale la chiama..esportazione della democrazia..in europa.. delocalizzazione.. quando si tratta di produzione di beni di consumo. in italiano corretto significa..sfruttamento di beni altrui e uso di manodopera senza i famosi diritti dei lavoratori…noi siamo benestanti con il sedere degli altri. ..scusate il termine…la globalizzazione ha messo in risalto tutte queste differenze e allargato la forbice di tutte queste mancanze,a tutti fanno comodo.il giorno che tutti..pura teoria.. avranno i vari diritti torneremo poveri …secondo i nostri parametri attuali…o saremo tutti allineati? il mio grande professore Gaspare Nevola ogni tanto mi ricorda che sono pessimista..io chiamo il tutto visione delle cose realmente come stanno..

  3. Sono orgoglioso di raccogliere il suo J’Accuse. Le sue sono parole scritte con la sincerità del momento. Parole di un uomo offeso da uomini sempre più violenti e volgari: gonfi della loro dignità perduta. Parole che possono accendere flebili luci di verità nell’utopia in declino. Buona lettura.

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