Giorgio Galli, scienziato della politica

(Uscito su “l’Adige”, 30 dicembre 2020 – Pubblicato su questo sito il 31 dicembre 2020) – Il 27 dicembre è morto Giorgio Galli, uno dei padri della scienza politica contemporanea. Ricordo quando lo incontrai a Trento. A cena mi raccontò della sua esperienza di professore a Trento, “ai tempi del ‘68”: “Questa cittadina dalle ragazze in minigonna con gli stivali. I trentini le vedevano come delle aliene, e pensavano: ‘Non è possibile che in una società perbene arrivino questi esseri’. Però noi non ci siamo mai sentiti circondati da ostilità: forse da incomprensione, stupore o diffidenza di chi si chiedeva cosa stava capitando alla loro città. Forse erano ancora aggrappati al mondo del Principe Vescovo…» – e qui accennò un sorriso, malizioso ma leggero, affettuoso. Forse gli riaffiorò anche la giovinezza, in quella serata del 2017, tra spätzle, trota ai ferri, un bicchiere di bianco. E una lunga conversazione fino…

Continua a leggere Giorgio Galli, scienziato della politica

Dov’è finita l’Europa? La lezione (dimenticata) della crisi greca, ai tempi del coronavirus

(Uscito, in versione ridotta e con altro titolo, su “Trentino” e “Alto Adige”, 14 luglio 2015 – Pubblicato in versione aggiornata su questo sito il 28 marzo 2020) – Scrivevo nel 2015, e ci rifletto ancora oggi. Di fronte all’emergenza del coronavisus. Che è anche crisi dell’Unione Europea, per ragioni che vengono da lontano, politiche e “strutturali”. Oggi in molti s’affaccendano ad “argomentare” che l’Ue va ripensata, che così com’è non funziona. Bene. Ma dove hanno vissuto in questi anni, quale film hanno visto e hanno raccontato, spiegato, raccomandato? La storia è sempre la stessa: è importante cosa si dice. Ma anche chi lo dice. Con buona pace anche della star del momento: l’intelligente Mario Draghi, che arriva un po’ in ritardo, ma sempre 5 minuti prima di altri, e sempre per gestire ed ottimizzare un modello di società e di Europa dove si cambia di tutto e di più…

Continua a leggere Dov’è finita l’Europa? La lezione (dimenticata) della crisi greca, ai tempi del coronavirus

Il puzzle migratorio e l’uomo “animale politico”. Convivenza, numeri piccoli e grandi, diritto

(Uscito con titolo leggermente diverso su “l’Adige”, 12 agosto 2019; “Alto Adige”, 10 agosto 2019 – Pubblicato su questo sito il 13 agosto 2019) – Fortemente voluto dal vicepremier Salvini, il “decreto sicurezza bis” è passato anche al Senato, dove il paventato dissenso del M5S è sostanzialmente rientrato. Dai banchi del PD un cartello tuona: «La disumanità non può diventare legge!». L’understatement non gode di buona salute, di questi tempi. E sia: questione migratoria. Ma prendiamola alla larga (apparentemente). L’uomo è un animale “politico”. Per sua natura vive in società con altri uomini, “vive insieme” nella polis, in uno spazio pubblico condiviso. Questa è l’antica sentenza di Aristotele, che in qualche modo si rinnova ogni giorno. Per vivere insieme, però, in quanto uomini abbiamo bisogno di regole e norme, di principi che convincano e soddisfino i singoli individui e le collettività ora più ora meno eterogenei per credenze e culture,…

Continua a leggere Il puzzle migratorio e l’uomo “animale politico”. Convivenza, numeri piccoli e grandi, diritto