Trappole del coronavirus. Le scelte pubbliche tra sicurezza e libertà

(Pubblicato su questo sito il 15 aprile 2020 – La Scena Prima è uscita, in versione parziale e diversa, sul “Corriere del Veneto” e sul “Corriere di Verona” il 15 aprile 2020) – Convivere con il virus. Questo sembra il quid che dovrà caratterizzare la tanto attesa “fase 2”, con una data d’inizio ancora mobile e una durata indefinita. Ogni singola persona e la società nel suo insieme dovranno imparare cosa significa convivere con il coronavirus, come conviverci nella vita di tutti i giorni, tra lavoro e famiglia, tra svago e relazioni umane, sociali. Avremo nuove regole di condotta e norme per orientarci. Definirle non è cosa semplice, e vede all’opera una varietà di soggetti, con le loro domande e le loro risposte. A ciascuno è richiesto un impegno secondo “scienza e coscienza”. Dovremo mobilitare i saperi, i poteri, i diritti e doveri; scienza, politica ed etica diranno “perché sì”…

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Il decreto “Io sto a casa”, i “polli” e i veri stupidi. L’ora dei doveri verso la comunità

(Uscito, in versione diversa e con altro titolo, su “L’Adige” e “Alto Adige” del 17 marzo 2020 – Pubblicato su questo sito il 12 marzo 2020) – Italia inquieta, siamo al coprifuoco. È l’ora dei doveri morali e della responsabilità collettiva. Per proteggersi l’un l’altro, per proteggere gli altri oltre se stessi. Contro il diffondersi epidemico del virus, invisibile e minaccioso. Il buon senso cerca di accordarsi con la scienza sobria, onesta e forte della sua modestia, che nel riconosce i suoi limiti si rafforza. Il buon senso, seppur tardivamente, arriva pure alla politica. Guai tradire il buon senso, come troppi hanno fatto in ogni dove, esprimendo una cultura presuntuosa che schernisce la semplice ma legittima paura di qualcosa che non si conosce: la paura di un virus sfuggente, che non si lascia ingabbiare. Guai a tradire il buon senso quando si tratta di fare scelte difficilissime, costose su molti…

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