Pomponio, scolaro di Aberlardo. A proposito di coprifuoco, virus e dissenso

A proposito di virus, coprifuoco e dissenso. Si può dissentire contro l’utilità e il diritto del coprifuoco anti-virus? È legittimo aspettarsi che tale dissenso si manifesti e sia affrontato in una pubblica discussione “ragionevole” e “critica” anziché essere tacciato di negazionismo, ignoranza o di attentato al bene comune della salute? Libertà di pensiero: cosa può dirci uno studente di 4 secoli fa, che si era laureato a Padova il 24 ottobre del 1552, sulla nostra cultura politica, sulla paura di dire come la si pensa e sul conformismo che ne discende? Roma, 19 agosto 1556. A piazza Navona fa molto caldo, ma è accesa una catasta: sopra, un calderone di olio, pece e trementina bollenti, vi si immerge un condannato che muore invocando Dio, senza lamenti, dopo indicibili sofferenze. I romani assistono commossi, la piazza è stupita, meravigliata dal fiero e sereno coraggio del condannato; molti ne conoscono la vicenda,…

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Le ferite del referendum

(Pubblicato su questo sito il 26 settembre 2020; Uscito su “Alto Adige” del 26.9.2020, su “L’Adige” del 27.9.2020) – In questi giorni post-elettorali il Presidente Mattarella dovrà tenere le fila di un broglio politico fitto di nodi, visibili e non. I risvolti della vittoria del Sì al referendum e dei risultati del voto amministrativo hanno innescato dinamiche inter e intra partitiche poco rassicuranti per il Colle, specie nelle forze di maggioranza, per la tenuta e per la capacità di azione del governo Conte 2, mentre si avvicinano scadenze importanti (invio all’Ue del piano per avere per avere i fondi anti-crisi, legge di bilancio). È improbabile una crisi di governo traumatica e non “vigilata”, tanto più uno scioglimento anticipato delle Camere. Ma il clima politico è più teso di quanto sembri. E paralizzante, dati i timori e le debolezze dei partiti. Eppure, la “spallata” non c’è stata, a sentire le dichiarazioni…

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Referendum, democrazia e numero di parlamentari. I partiti fanno il loro lavoro?

(Pubblicato su questo sito il 19 settembre 2020) – Sì o no? Alla riforma costituzionale varata dal parlamento, che riduce il numero di deputati e di senatori da 945 a 600. Questo si chiede ai cittadini con il referendum del 20-21 settembre. Varie sono le ragioni per cui questa riforma e questo referendum non mi appassionano e anzi mi preoccupano. Sono ragioni che non riguardano tanto il numero in sé di coloro che dovrebbero rappresentare i cittadini a Montecitorio e a Palazzo Madama. Sono piuttosto ragioni inerenti: 1) il contenuto specifico della riforma (“taglio lineare”, forfettario direi, dei parlamentari); 2) le motivazioni che l’hanno ispirata (di netto, ma fortemente fuorviante, sapore “anti-politico”, anti-casta, tutte concentrate sui “costi e l’efficienza della politica, con colpevole disinteresse verso la qualità e la razionalità delle rappresentanza democratica, verso le effettive strutture e dinamiche di potere che corrodono principi e regole del potere democratico e…

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Taglio dei parlamentari. Il referendum che imbarazza e la democrazia “oltre i partiti”

(Pubblicato su questo sito il 15 settembre 2020 – Uscito su “Alto Adige” del 14.9.2020, su “L’Adige” del 19.9.2020) – Tra molti tentennamenti e tensioni interne, i partiti hanno via via indicato le loro posizioni ufficiali sul referendum del 20-21 settembre, dove si chiede al cittadino di approvare o no la riforma costituzionale che riduce il numero dei parlamentari da 945 a 600. Qualcuno, il Pd, lo ha fatto solo a due settimane dal voto, di un voto che Zingaretti, il segretario dem, pur considera un momento cruciale per «la tenuta della Nazione nei prossimi anni», benché escluda ripercussioni sulla sopravvivenza del governo M5s-Pd. Il modo in cui i partiti hanno affrontato il referendum che modifica la Costituzione è però molto reprensibile quanto al lavoro che ci si aspetterebbe da loro di fronte a un cambiamento costituzionale: divisioni interne, scarso interesse a orientare l’opinione del cittadino comune, argomentazioni incerte o…

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Democrazia e paura di esprimere le proprie idee

(Pubblicato su questo sito il 6 settembre 2020 – Uscito, in versione e con titolo diversi, su “l’Adige” e “Alto Adige”, 4 settembre 2020) – Pur in affanno, le società occidentali liberaldemocratiche, anche l’Italia, non sono assimilabili alla Cina, Russia o Turchia; sono inconfrontabili con la Cina, la Turchia o i regimi sovietici di un tempo. Prendiamo ad esempio la libertà di opinione e di espressione. Dalle nostre parti, si vive nel “mondo libero”. Lo apprendiamo fin da ragazzini, a scuola; possiamo scegliere quali giornali leggere, abbiamo una stampa, con tutti i suoi limiti, libera e plurale; scegliamo i nostri programmi televisivi, radio, film, libri, musica, social e siti. Anche sotto le limitazioni-da-pandemia, troviamo modo di riunirci, di discutere insieme, partecipare a manifestazioni o a mobilitazioni di protesta, e bene o male andiamo pure a votare. Abbiamo talmente acquisito questi aspetti del nostro vivere sociale e politico, che ricordarli pare…

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Fondi Ue, ma quale Europa? Ossigeno, condizioni e tossine per la “ricostruzione”

(Pubblicato su questo sito il 26 agosto 2020 – Uscito, con altro titolo, su “Alto Adige” e “L’Adige”, il 24 agosto 2020) – Immagino l’agosto di Conte e del suo governo. Impegnato a definire i programmi di spesa dei fondi europei stanziati al vertice di luglio, la loro tempistica e una cabina di regia che se ne occupi: in ottobre dovranno essere inviati alla Commissione Ue, e magari già prima in bozza, per l’approvazione o per discuterne eventuali problemi. Immagino il governo al lavoro, lontano dai riflettori mediatici: un lavoro delicato, poiché l’erogazione dei fondi è sottoposta a condizioni complesse e stringenti. I piani di spesa rafforzerebbero l’Italia nei negoziati europei se fossero condivisi tra governo e opposizione, se esprimessero progetti e volontà convergenti tra le forze politiche e un Paese unito: è così che funziona nei rapporti internazionali e pure in ambito europeo; così dovrebbe accadere nei “tempi di…

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Sul mercato, nostro Vangelo. Angelina blues: impotenza della politica o colpevolezza?

(Pubblicato su questo sito il 14 agosto 2020 – Uscito, con altro titolo e in versione leggermente diversa, su “Alto Adige” e “Trentino” del 3 febbraio 2018) – Venite gente, accorrete! Vi voglio raccontare una storia. La storia di un tempo lontano, di un paese lontano, diversi dal mondo in cui viviamo, dalla nostra città. Me l’ha raccontata un tale, tanti anni fa: l’aveva sentita in una piazza o in un’osteria (non ricordava bene), quando era ragazzo (non ricordava più da chi). Venite gente, raccoglietevi! È la storia di una donna e di una vita, di giovinezza e vecchiaia. È la storia di una famiglia, di un sobborgo, è la storia di un’epoca andata. Ci si potrebbe fare anche un film, ma è meglio con quattro accordi di un cantastorie. E allora? Venite gente, e mettetevi in cerchio, tutti davanti alla ruota dei cartelloni. Ma lasciate la prima fila a…

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Pescara, 8 agosto 2019: crisi di governo allo “Stadio del mare”. Ma quale è stato il grave errore di Salvini?

(Pubblicato su questo sito il 10 agosto 2020 – Uscito, in versione ridotta e con altro titolo, su “l’Adige”, 10 agosto 2020; “Alto Adige”, 10 agosto 2020) – Un anno fa, la sera dell’8 agosto si apre la crisi di governo M5s-Lega guidato da Conte: una crisi surreale, anche per la sua dinamica e il suo esito. In un comizio affollato di leghisti e di turisti al mare, sulla spiaggia di Pescara, da un palco allestito in quello che i locali chiamano “lo stadio del mare”, non lontano dal porto e dalla Nave di Cascella, Salvini dice: “Nel governo qualcosa si è rotto. Basta!”; scendendo tra i suoi pare che abbia detto: “Mi candido a premier”. È scontro aperto con Di Maio, alleato di governo, e con il premier di allora, sempre Conte. Salvini chiede elezioni anticipate. Si ritroverà con un governo Pd-M5s che lo manda all’opposizione e lo mette…

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Il fantasma di Rousseau e la blogdemocrazia

(Pubblicato su questo sito il 9 luglio 2020 – uscito con altro titolo e in versione ridotta su L’Adige del 17 luglio 2020 e su Alto Adige del 20 luglio 2020) – I Era il 1750 quando col suo “Discours sur les sciences et les arts” Jean-Jacques Rousseau vince il concorso bandito dall’Accademia di Digione sul tema: “Se il progresso delle arti e delle scienze ha corrotto o purificato i costumi”, se cioè avesse o no reso gli uomini migliori e più felici. All’epoca non era quel prestigioso filosofo che nei secoli l’han portato a noi, tra appassionate acclamazioni, ferme contestazioni e meticolose letture critiche. E non era il Rousseau che, insinuatosi nella testa dei suoi maggiorenti e militanti, ha indotto il M5S a chiamare “Rousseau” la piattaforma social che funge da Bibbia, agorà e organo di propaganda politica di un movimento nato come di protesta, sviluppatosi come forza politica…

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Ismaele e papa Francesco. La democrazia s’ammala senza la caccia a Moby Dick

(Uscito, con altro titolo e in versione leggermente diversa, su “l’Adige”, 2 luglio 2020; “Alto Adige”, 4 luglio 2020 – Pubblicato su questo sito il 2 luglio 2020) – «La profezia nasce quando ci si lascia provocare da Dio; non quando si gestisce la propria tranquillità e si tiene tutto sotto controllo», nasce quando si ribaltano le certezze e ci si apre alle sorprese di Dio. «Oggi abbiamo bisogno di profezia, di profezia vera: non di parolai che promettono l’impossibile». Così papa Francesco nella messa per i SS. Pietro e Paolo. Ma molti non credono in Dio, per loro “Dio è promessa impossibile”. Forse un parolaio, caro Francesco? Come la mettiamo con costoro? Da cosa possono lasciarsi provocare, se non credono in Dio, per cercare di sfuggire all’esistente “tutto sotto controllo”, fatto di routine che ingabbiano la vita e la svuotano di senso e dignità? Sono condannati all’assenza di orizzonti…

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