Lucidità e tremore di Benedetto XVI, l’Inattuale. Eredità del “Papa della scelta”, che ha detto cose che andavano dette

Lucidità e tremore di Benedetto XVI, l’Inattuale. Eredità del “Papa della scelta”, che ha detto cose che andavano dette    Ci sono molti che si dolgono della divina provvidenza perché lasciò peccare Adamo – sciocchi! Quando Dio gli diede la ragione, gli diede la libertà di scegliere, perché ragione non è altro che scelta, se no sarebbe stato solo un automa, un Adamo come appare nei teatri delle marionette (John Milton, Areopagitica, 1644)   Ratzinger, il Papa della “scelta” e le sfide dell’iper o post modernità La storia ricorderà Benedetto XVI come il Papa della clamorosa e inedita “rinuncia” di un pontefice al magistero pietrino e come il primo “Papa emerito” (forse destinato a restare unico). Il suo dell’11 febbraio del 2013 fu un gesto epocale: “inaudito”, senza precedenti. In un sol colpo, a saperlo leggere, quel gesto ha secolarizzato in profondità la Chiesa di Roma, forse più di ogni…

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Corruzione nei palazzi di Bruxelles e nell’establishment di sinistra. Questione di legalità e questione morale

Né Spinelli, né Berlinguer. Non c’è santo per i ceri dei devoti ipocriti  «Centomila euro per le vacanze di Natale? ‘Troppi, non possiamo fare come l’anno scorso’, si lamenta al telefono con il marito la signora Panzeri» (Libero). Già solo questa frase dice molto sulla corruzione “ai piani alti” di Bruxelles. Ma anche su come ragionano e si comportano in tema di corruzione coloro che sono stati colpiti dallo scandalo venuto alla luce in questi giorni: calcolano e giocano a nascondere il loro malaffare dietro un uso scaltro e spregiudicato della legalità. Da giorni i quotidiani italiani, chi più chi meno, aprono con titoli a caratteri cubitali sulla corruzione scoperta dai magistrati belgi in seno al Parlamento europeo e nel gruppo socialista. Gli accenti e commenti delle varie testate sono anche differenti, ma la sostanza sullo scandalo è la stessa e condivisa. È utile documentarli con una breve rassegna. Prendiamo…

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Orizzontalità e verticalità dell’azione politica. Letteratura e/è politica, in scena con Imilla e Ruben

Orizzontalità e verticalità della politica: se mai significa qualcosa, dà da pensare…. Forse quella rivoluzione, che Imilla disegnava in lontananza, alta nel cielo, partendo da qualche punto tra il capo Horn e la regione antartica, forse è proprio quella rivoluzione, che è tanto più affascinante, quanto più sconosciuta ai geografi, la rivoluzione che in tutta la sua verticalità di iceberg surclassava l’orizzontalità di Ruben? Una nota in premessa. A proposito di un romanzo sulla rivoluzione, dell’incontro tra un uomo e una donna, e dell’uso che qui ne faccio In questo articolo ho fatto miei, riproponendoli in modo selettivo (ora alla lettera, ora nello spirito, ora in silenziosa libertà, ora con mie interpolazioni), alcuni passaggi di un “romanzo politico” della seconda metà del Novecento[1]. L’uso che faccio del materiale romanzesco è un espediente narrativo attraverso cui delineo un embrione di quadro concettuale che credo proficuo per riflettere sul tema dell’azione politica;…

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Tempeste e bicchieri. A margine della crisi di nervi tra Francia e Italia sull’Ocean Viking e le migrazioni

Tempeste e bicchieri tra Francia, Italia, Unione Europea e Ong. E poi ci sarebbero anche le migrazioni, che un Macron prende a suo modo sul serio, che un Salvini non riesce a farsi prendere sul serio, che una Meloni ci prova, che un Conte e un Letta sono in tutt’altro affare affaccendati. Sotto il vigile balbettio di Bruxelles e un Quirinale enigmatico che conversa a un altro tavolo… Ma qui si parlerà di cose meno frizzanti. A qualcuno fischieranno le orecchie, a qualcun altro non sarà possibile. E agli altri? Per chi cerca letture con più appeal e mordace elettricità, cerchi altro, cerchi altro su cui posare gli occhi per  leggere. In giro non mancano… e buona fortuna.   Roma e Parigi ai ferri corti, l’Unione Europea balbetta Attraversare le tempeste cercando di contenerle in un bicchiere. Questa sembrerebbe la filosofia e la strategia politica con cui spesso l’Unione Europea…

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Sulla comunità nell’epoca liberal-democratica (Seconda parte)

Sulla Comunità nell’epoca liberal-democratica. Elementi di teoria politica comunitaria (SECONDA PARTE)  — SECONDA PARTE: LA COMUNITÀ NEL PENSIERO POLITICO. UN ABBOZZO STORICO-INTELLETTUALE    I. Nel linguaggio accademico contemporaneo, e nella cultura politica che vi si alimenta, il termine di comunitarismo designa un movimento di idee e un filone di teoria politica che si è affermato negli Stati Uniti, a partire dall’inizio degli anni ’80 del XX secolo, in reazione alla crescente dominanza della concezione (neo)liberale della vita collettiva. Incardinato sulla difesa delle “ragioni della comunità” di fronte a una visione della società e della storia che tende ad assolutizzare l’individuo e la sua razionalità, il comunitarismo ha alle spalle una storia assai più lunga – tanto che la sua ondata contemporanea è spesso chiamata neo-comunitarismo. Come in altri casi, anche in questo il mutamento delle etichette tramite l’uso di prefissi quali neo- o post- tiene viva l’attenzione sull’antichità della “cosa”…

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Sulla comunità nell’epoca liberal-democratica (Prima parte)

Sulla Comunità nell’epoca liberal-democratica. Elementi di teoria politica comunitaria (PRIMA PARTE)   PRIMA PARTE: RIPENSARE LA COMUNITA’ OGGI. BREVE INTRODUZIONE   Preambolo «Stiamo attraversando anni di oltraggio alla democrazia liberale, e questo enorme disprezzo non s’è certo esaurito. Ci è stato detto che tutto ciò che c’è di orrendo nel nostro tempo è colpa del liberalismo, o peggio, del neoliberalismo… È stato incolpato di tutta l’infelicità del mondo. I predicatori di una nuova felicità si chiamano, vantandosi, post-liberali. Talvolta uno si deve stropicciare gli occhi di fronte all’intensità dell’odio per la democrazia liberale: questi stolti capiscono ciò che stanno dicendo? (…) Questo è populismo». Dato che l’autore[1] di queste parole è un intellettuale, considerato tra i più influenti nell’area progressista statunitense, mi chiedo da quali libri e studi abbia tratto le sue conclusioni e i suoi giudizi che liquidano come stoltezza populista le critiche che da tempo investono la cultura…

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Ferite della pandemia e pacificazione civile dopo il governo Draghi. Sì a una commissione parlamentare, ma la vera questione è una svolta culturale

Dopo il governo Draghi. Una commissione parlamentare sulla gestione della pandemia? Una commissione d’inchiesta parlamentare sulla gestione governativa, amministrativa, scientifica e mediatica della pandemia Covid-19? Una commissione parlamentare che indaghi sulle responsabilità di morti, sulla effettiva efficienza/efficacia delle strutture sanitarie e dei protocolli, sui provvedimenti di legge e sul profluvio di decreti emergenziali, legittimati da tecnostrutture a fronte di un parlamento de facto e de jure spogliato di funzioni e dei suoi poteri? Una commissione bicamerale su un obbligo vaccinale indiscriminato e mai agganciato a una campagna diagnostica sulle condizioni di salute della popolazione e che ha voluto negare ogni opportunità sanitaria alla cura del malato, una campagna portata avanti senza mai considerare seriamente programmi di terapia domiciliare, relegata a “vigile attesa e tachipirina”? Una commissione parlamentare che indaghi sul piano di vaccinazione di massa indiscriminata, e affidata a vaccini sperimentali proposti come anti-contagio e con l’obiettivo di un’immunità di…

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Bagatelle sull’elettore e sulla democrazia

Bagatelle sull’elettore e sulla democrazia, con il seguente avviso ai naviganti.   Le bagatelle sono bagatelle[1]… Ma chi legge non si fissi sul dito, si volga a ciò che indica. Qualcuno, giustamente, osserverà: “ma il mezzo è tutto!”. Lo sappiamo… può essere. Ma resta sempre, come dire?, un “mezzo”. Talora la polisemia di una lingua è un tesoro insospettato, a saperci giocare un po’. E io sto giocando in italiano.   ATTO PRIMO. L’INCANTO Il signor Antonio era un barbiere di eccezionale bravura. Aveva la capacità di parlare con tre, quattro clienti per volta, facendo la barba a quello che gli stava sotto le grinfie senza procuragli il minimo graffietto. E si voltava, si voltava continuamente. Si può dire che la faccia del cliente non la guardasse: la conosceva a memoria, in tutte le sue pieghe. Era forse l’unico barbiere al mondo che poteva vantarsi di non avere mai graffiato, in…

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Pane e libertà. O della cugina povera rimasta vedova

Pane e libertà: la cugina povera rimasta vedova. Questa è la storia o, meglio, il tema che vorrei qui vivificare in tempi di campagna elettorale. «Per sei famiglie italiane su 10 il tema del carrello della spesa o del caro bollette è prioritario rispetto a qualsiasi altra questione», in cima ai pensieri dei cittadini ci sono i timori dell’inflazione e del razionamento dell’energia. Così rilevano i sondaggi di opinione[1], i quali, come è noto, al di là della loro perizia tecnica nel descrivere le opinioni della società, contribuiscono a costruirle[2]. Simili timori del cittadino comune non dovrebbero essere trattati con supponenza, ma, d’altra parte, è bene che siano considerati nel contesto di una società che suole dirsi democratica e difendersi come tale. E qui il discorso pubblico non può banalizzare il tema della libertà, anche a costo di rimettersi a viaggiare in quel mare aperto e insidioso evocato dalla parola…

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Potere della crisi e retoriche dello screditamento. Dentro e oltre la campagna elettorale

Crisi e potere, ovvero paura e libertà Quando la politica è avvolta nel paradigma o nella narrazione della crisi, la democrazia viene rinchiusa nel recinto della paura. In uno spazio dove non c’è posto per la libertà, ma autostrade per la fuga dalla libertà. Nulla di nuovo, beninteso. La storia politica e quella del “fatto democratico”[1] sono state costantemente attraversate da fenomeni del genere: fenomeni che non esprimono altro che dinamiche politiche e socio-culturali, logiche di potere e di contro-potere, di governo e di opposizione, di obbedienza e di disobbedienza, di conservazione o di mutamento dell’ordine costituito. In tutti questi casi, la libertà è una posta in gioco cruciale, ma alla quale, persino quando è ufficialmente ben vista, viene riservata una stanza in soffitta e non già il salotto buono di casa. Accade ancora ai nostri giorni. Anche nel mondo occidentale che si autodefinisce democratico (o liberaldemocratico) e che siamo…

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